Rimorchi e semirimorchi: mercato ancora in contrazione, -5,9% nei primi undici mesi del 2019
Il mercato dei rimorchi e semirimorchi con massa totale a terra superiore a 3,5 t conferma una contrazione del mercato nei primi undici mesi del 2019 pari a -5,9% rispetto allo stesso periodo del 2018.
La stima è stata elaborata dal Centro Studi e Statistiche di UNRAE su dati delle immatricolazione forniti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
“Siamo di fronte ad un anno critico – commenta Sandro Mantella, Coordinatore del Gruppo Rimorchi, Semirimorchi e allestimenti di Unrae, l’Associazione delle Case estere – dove il mercato ci dice di essere in caduta ininterrotta dal febbraio scorso”.
“Dando uno sguardo alle iniziative per il sostegno al settore dell’autotrasporto – continua Mantella – pur comprendendo come l’attenzione sia rivolta soprattutto ai tentativi di risolvere i problemi pressanti della sostenibilità ambientale, siamo profondamente delusi dalla totale assenza di interesse dimostrato dal decisore politico verso i numerosi appelli che abbiamo lanciato per una altrettanto doverosa attenzione alla sicurezza della circolazione. Non si può continuare a legiferare in materia di sicurezza stradale senza tenere conto della situazione del parco rimorchi, che necessita innanzitutto di maggiori controlli sui veicoli circolanti e delle conseguenti azioni per togliere dalle strade i mezzi obsoleti e pericolosi, sostituendoli con unità moderne e dotate di tutti i dispositivi di sicurezza necessari”.
“Che ci sia difficoltà nel nostro Paese a gestire in modo complessivo e coerente la politica dei trasporti, e tanto più quella dell’autotrasporto – sottolinea Mantella – lo dimostra anche il fatto che stanno per aumentare i costi del transito marittimo dei veicoli stradali destinati al trasporto di merci, come conseguenza dell’applicazione delle nuove regole imposte dall’IMO per la riduzione a livello mondiale dell’inquinamento marittimo: in altre parole, mentre da un lato si sostiene lo shift modale anche attraverso le condizioni poste per avere gli incentivi agli investimenti, dall’altro lato si aumentano i costi del passaggio marittimo dei mezzi stradali.
Pensiamo sia giunta l’ora che tutte le organizzazioni interessate allo sviluppo sostenibile della logistica e, nel suo ambito, dell’autotrasporto, facciano fronte comune, e non solo a livello nazionale, per denunciare la situazione pesante che si sta delineando e proporre insieme soluzioni razionali per uscirne una buona volta in modo costruttivo e non emozionale, senza privilegiare la difesa a oltranza di interessi particolari”.
“Sarebbe comunque insensato – conclude Mantella – continuare ad affrontare il tema della sostenibilità complessiva nel settore dell’autotrasporto come se la sicurezza ne fosse un elemento estraneo”.