Rimorchi e semirimorchi: mercato in perdita del 21,2% nel 2020
Nel mese di dicembre 2020 il mercato dei rimorchi e semirimorchi con massa totale a terra superiore a 3,5t denuncia una condizione di stabilità rispetto al dicembre 2019, facendo registrare +0,8% (1.066 unità immatricolate contro 1.058). La stima porta il dato consolidato dell’intero 2020 ad una perdita del 21,2% rispetto al 2019, con 11.356 unità immatricolate contro 14.406.
Il report è stato stilato dal Centro Studi e Statistiche di UNRAE, l’Associazione delle Case estere, sulla base dei dati di immatricolazione forniti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti
“In caduta pressoché costante dal gennaio 2019 – commenta Paolo A. Starace, presidente della Sezione Veicoli Industriali di Unrae – il mercato dei rimorchiati avrebbe comunque consegnato un altro anno negativo, visto che il 2019 aveva chiuso a -7,1% sul 2018. La situazione indotta dalla crisi sanitaria mondiale ha accentuato la debolezza del comparto aggravandone ulteriormente i risultati: il 2020 chiude infatti con una perdita a due cifre. Un – 21,2% che mette ancora di più a nudo la forte elasticità della domanda e quindi la dipendenza delle immatricolazioni dalla disponibilità di sostegni agli investimenti degli autotrasportatori italiani”.
“La discontinuità nei periodi di finanziamento condiziona sensibilmente i risultati del mercato dei rimorchiati – osserva Paolo A. Starace – rallentando, anche in questo comparto, la transizione verso una mobilità delle merci sempre più attenta alla sostenibilità ambientale. Questa spinta green si concretizza, per i trainati, attraverso contributi indirizzati soltanto alle unità allestite per i trasporti intermodali, dove da qualche tempo si riscontrano difficoltà ad utilizzare tutti i fondi disponibili. Per questo riteniamo che sia giunto il tempo di correggere questa miopia. Anche i veicoli trainati possono fornire notevoli contributi al risparmio energetico, e quindi alla sostenibilità ambientale del trasporto merci, nonché alla sicurezza della circolazione, attraverso una serie di accorgimenti costruttivi e allestimenti specifici che i costruttori di rimorchi e semirimorchi sono oggi in grado di fornire sui prodotti di ultima generazione. Non è dunque sufficiente limitarsi a spingere lo shift modale verso il ferro per aumentare la sostenibilità complessiva del trasporto”.
“Un altro settore che merita l’attenzione del decisore politico in termini di sostegno – sottolinea ancora Paolo A. Starace – è quello degli allestimenti che equipaggiano autoveicoli e rimorchi destinati al trasporto specifico, quale quello dei generi alimentari in temperatura controllata o delle materie pericolose”.
Starace infine auspica incentivi che favoriscano l’impiego di motorizzazioni alternative anche su quegli allestimenti che necessitano di fonti autonome di energia a veicolo fermo, come impianti frigoriferi o sistemi di sollevamento.