Sicurezza sul lavoro: già 85 camionisti morti in Italia dall’inizio dell’anno
Ecco i dati del Report dell’Osservatorio Nazionale di Bologna
Già 85 camionisti morti sul lavoro in Italia dall’inizio dell’anno secondo i dati del Report 2024 dell’Osservatorio Nazionale di Bologna.
Nel 2024, il report dell’Osservatorio Nazionale di Bologna ha rivelato dati preoccupanti riguardo le morti sul lavoro in Italia, anche per i camionisti.
Il report evidenzia non solo il numero di vittime, ma anche le condizioni che contribuiscono a questi tragici eventi.
Di seguito i risultati del report che evidenziamo l’urgenza di migliorare le condizioni di lavoro dei camionisti.
Secondo il report, su un totale di 620 morti sul lavoro, 85 erano camionisti. Questi decessi sono avvenuti prevalentemente durante la guida di mezzi pesanti come tir o furgoni. Se si includono i decessi in itinere e su strade di categorie non assicurate da Inail, il numero totale sale a 853.
Questi dati mettono in luce la pericolosità della professione di camionista, specialmente considerando le lunghe ore di guida e le condizioni di stress a cui sono sottoposti i lavoratori.
Cause
Molti incidenti mortali tra i camionisti sono collegati a condizioni di stress e superlavoro. I lunghi turni di guida, spesso in condizioni climatiche avverse come il caldo estivo, aumentano significativamente il rischio di incidenti. Inoltre, la stanchezza accumulata può compromettere la capacità di reazione e la vigilanza dei conducenti, esponendoli a maggiori pericoli.
Età e condizioni di lavoro dei camionisti
Il report mette in evidenza che un numero considerevole di camionisti deceduti era composto da persone oltre i 60 anni. Questo dato è particolarmente allarmante poiché molti di questi lavoratori anziani operano in condizioni precarie o in nero. La situazione è aggravata dal fatto che, con l’età, la capacità fisica e la reattività diminuiscono, aumentando ulteriormente il rischio di incidenti sul lavoro.
Sintesi del report
Nel 2024, l’Osservatorio Nazionale di Bologna ha registrato un totale di 620 morti sul lavoro, un numero che sale a 853 includendo i decessi avvenuti durante il tragitto casa-lavoro (in itinere) e sulle strade, specialmente per categorie non coperte dall’INAIL.
Distribuzione geografica e demografica
Regioni più colpite: Lombardia, Campania, Emilia Romagna e Sicilia sono le regioni con il maggior numero di vittime.
Età delle vittime: Il 32% delle vittime sono ultrasessantenni. Questo dato sottolinea un problema crescente di lavoratori anziani impiegati in mansioni pericolose.
Origine delle vittime: Il 35% degli stranieri deceduti ha meno di 60 anni, con una crescente incidenza di morti tra lavoratori di origine romena, marocchina, tunisina e albanese.
Causa di morte e settori coinvolti
Incidenti con macchinari: Sono stati 94 i decessi dovuti a incidenti con trattori e altri mezzi agricoli, un dato in calo rispetto ai 167 casi del 2023.
Stress da lavoro e superlavoro: 74 persone, inclusi operai, braccianti, autotrasportatori, medici e infermieri, sono morte per fatica o stress, una condizione aggravata dal caldo estivo.
Incidenti stradali: Gli incidenti in itinere rappresentano una parte significativa delle morti, con un’alta incidenza tra i motociclisti giovani.
Considerazioni specifiche
Lavoratori anziani: Un numero significativo di morti tra gli ultrasessantenni, spesso impiegati in lavori manuali pericolosi e in condizioni di irregolarità lavorativa.
Donne: Molte donne sono vittime di incidenti sul lavoro, soprattutto in itinere, a causa della fretta e dello stress legato a carichi di lavoro doppi o tripli.
L’Osservatorio sottolinea l’urgenza di migliorare le condizioni di lavoro e di sicurezza per gli autotrasportatori. È essenziale implementare misure che riducano lo stress e il carico di lavoro, come turni di guida più brevi e pause obbligatorie. Inoltre, occorre garantire una formazione adeguata e continua sui rischi professionali e promuovere l’uso di tecnologie di sicurezza avanzate nei veicoli.
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