Sna Casartigiani denuncia: il subindotto Ilva chiuderà entro dicembre
“Le piccole imprese di autotrasporto dell’indotto Ilva sono sull’orlo del baratro economico. Assistiamo a un caos calmo, tutto tace, silenzio assoluto sulla vicenda, nessuno denuncia quello che è accaduto e sta accadendo”. Questa la denuncia diffusa in una nota da Giacinto Fallone, presidente Sna Casartigiani Taranto.
“Nel gennaio di quest’anno dopo ben 46 giorni di sciopero – prosegue Fallone – le aziende che hanno il contratto con Ilva hanno firmato un accordo in parte scritto in parte verbale con i commissari che prevedeva un anticipo sul vecchio e nuove modalità contrattuali per le neo commesse dopo l’attivazione della procedura di amministrazione straordinaria“. La protesta terminata dopo “l’ulteriore promessa dell’affidamento di maggiori lavori di trasporto alle aziende tarantine direttamente interessate nella vicenda Ilva”. Ma secondo Fallone quell’accordo “era completamente diverso da quello sottoscritto dalle associazioni nazionali di categoria, perché noi tarantini siamo, o pensiamo di esserlo, più bravi e più furbi”. Casartigiani ha deciso di “denunciare la situazione pubblicamente e sul tavolo istituzionale con l’azienda, a tutela dei piccoli autotrasportatori che nella Provincia di Taranto non hanno contratto diretto con Ilva: una platea di circa 300 realtà, senza diritti, sottopagate ed a volte non pagate affatto”.
Fallone prevede, inoltre, che il “sub-indotto Ilva, a causa della crisi di quest’ultima, entro dicembre chiuderà i battenti, annaspando fra debiti con Equitalia e istituti bancari, fidi revocati e cambiali. Per questo abbiamo chiesto la ridefinizione e il controllo dei requisiti di tutti i fornitori Ilva del capoluogo ionico e la riapertura di un nuovo bando di gara per l’assegnazione dei contratti in materia di trasporto”.