Soundreef e Flixbus rilanciano le liberalizzazioni. Insieme con Fedez
Sostenere le start up attraverso regolamentazioni e strumenti trasparenti passando attraverso la creazione di un organismo di tutela presso il ministero dello Sviluppo economico. Questo uno degli obiettivi del convegno che si è svolto questa mattina presso gli spazi della Luiss Enlabs – la “Fabbrica delle startup” – dislocati presso gli spazi storici della stazione Termini.
L’incontro è stato organizzato da Soundreef, gestore indipendente dei diritti d’autore in ambito musicale riconosciuto dall’Intellectual Property Office del Regno Unito che opera anche in Italia contendendosi il settore con la Siae, non senza importanti attriti.
“Negli ultimi anni – ha detto Davide d’Atri, amministratore delegato di Soundreef – società innovative come Soundreef e Flixbus hanno rivoluzionato i rispettivi settori di appartenenza, incontrando però contesti normativi sorpassati e inadeguati. Vogliamo costruire un dialogo costante con le istituzioni perché il nostro contributo in termini economici possa spingere la crescita stessa dell’intero Paese. Non siamo contro nessuno ma è più che legittima la nostra aspirazione a far parte del futuro di quest’Italia ”.
Nel corso della tavola rotonda sono intervenuti anche Fabio Maccione, public affairs Manager Flixbus e Francesco Boccia, presidente della Commissione bilancio presso la Camera dei deputati, che hanno discusso delle difficoltà in cui versa ora in Italia la multinazionale tedesca del trasporto a lungo raggio a causa dell’ultimo emendamento contenuto nella manovra correttiva approvata recentemente al Senato.
“Attraverso la nostra piattaforma on line aggreghiamo aziende e diamo la possibilità di vendere nel modo ottimale i biglietti ai clienti fornendo un servizio importante riconosciuto in 22 Paesi europei – ha spiegato Maccione – in Italia disponiamo di 50 partner e abbiamo creato 1000 posti di lavoro. Adesso siamo costretti a subire una battuta d’arresto, nonostante il settore sia stato liberalizzato da più di 11 anni. Abbiamo studiato la normativa italiana per poterci adattare al meglio al contesto, ma ora queste modifiche ci impediscono di operare e rischiano di farci fallire, una situazione unica in Europa. Il legislatore da un lato dichiara di voler supportare e dare impulso al mondo delle startup e dell’imprenditoria giovanile, dall’altro lato sembra resistere al cambiamento, non fornisce adeguati strumenti legislativi, non aiuta gli imprenditori e blocca i processi innovativi del Paese”.
“Viviamo l’ennesima rivoluzione del capitalismo moderno, la più importante probabilmente. La catena del lavoro è sconvolta – ha spiegato nel suo intervento Boccia –. Scompare il prodotto fisico e il talento si collega direttamente al consumatore finale bypassando tutti gli intermediari storici. L’economia moderna deve scoprire dove si annida il valore ma la politica non è al passo con i tempi e non riesce a cogliere, almeno non sempre, che il mondo economico non può scindersi da quello digitale. Airbnb, ad esemoio, produce ormai quasi il doppio del fatturato di Marriot, la multinazionale americana del settore alberghiero. Il mondo della politica deve decidersi a regolamentare questo settore perché i nuovi assetti rappresentano il futuro. Ma il punto fermo di tutta questa situazione sta nel fatto che le multinazionali devono pagare le tasse nei paesi in cui operano. Questa tendenza a sfruttare le regole dei paradisi fiscali è oltremodo dannosa”.
L’incontro si è concluso con l’intervento del rapper e produttore discografico Fedez, primo fra i grandi cantanti a lasciare la Siae: “L’Europa ha emanato una direttiva con cui ha chiesto di eliminare il monopolio della Siae ma l’Italia non ha risposto e il monopolio permane. Ho sposato la causa Soundreef, ma non imponiamo questa decisione, ognuno è libero di scegliere. Il mio interesse per l‘innovazione e il digitale non è di oggi. Ho creduto fin da subito a Soundreef e alla bontà del progetto ma sapevo fin dall’inizio che essendo una via nuova avrei incontrato tante resistenze e così è stato ma non mi pento. Sono anzi più determinato a spingere per un cambiamento e contro il mantenimento di posizioni di privilegio. La rivoluzione digitale è già in atto e anche la politica non potrà fermarne la forza dirompente”.