Tavolo autotrasporto/2: gli scontenti
L’accordo sui carburanti non lascia solo voci entusiaste. C’è chi critica apertamente il provvedimento del Governo. A cominciare dal presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, per la quale l’intesa raggiunta non è “un bell’esempio” da seguire. “Si è accettato”, spiega, “di indicizzare il prezzo del trasporto all’aumento del prezzo del gasolio. E’ vero che c’è un settore che soffre, ma così non si risolvono i problemi a favore di una maggiore efficienza”.
“Con l’assistenza non diamo risposte vere ai problemi”. In particolare, Marcegaglia stigmatizza il fatto che, in un momento in cui il Paese vede “una riduzione della ricchezza complessiva delle imprese e delle famiglie, ci sia una rincorsa a richieste particolari”, e a concedere “indulgenze”. La Marcegaglia lo ripete direttamente al ministro Renato Brunetta. Lo fa davanti all’assemblea degli industriali di Venezia: “ammiro il tuo coraggio”, gli dice riferendosi ai provvedimenti economici e amministrativi varati dal governo. Ma sull’autotrasporto è chiara: “quello che avete fatto con gli autotrasportatori non è stato meraviglioso, va nella direzione dell’assistenzialismo. Da un governo come il vostro ci aspettavamo di più. Mi rendo conto che di fronte a uno sciopero che poteva paralizzare il Paese ha prevalso il senso di responsabilità, ma non si vada avanti in questo modo”.
Sul fronte sindacale, è la Cgil a bocciare nettamente il provvedimento. “Per l’ennesima volta si è scelto di curare il malato grave con l’aspirina, ed a pagare saranno i cittadini italiani. Si è persa un’occasione per riordinare un settore in crisi da decenni, che si regge sulla sistematica violazione delle regole e sull’autosfruttamento dei padroncini che ha provocato un abbassamento della sicurezza stradale”. E’ il commento del coordinatore nazionale della Filt Cgil per il trasporto merci, Michele Azzola, secondo il quale “misure economiche sbagliate, come la riduzione dei pedaggi autostradali e normative dirigiste, come la ‘scala mobile’ delle tariffe legate al costo del gasolio, non solo non contribuiranno a risolvere i problemi del settore, ma incentiveranno un contenzioso di cui gli unici beneficiari saranno gli studi legali. C’è da scommettere”, prosegue “che a ottobre si riparlerà di nuovo del fermo dell’autotrasporto, ed invece sarebbe necessario aiutare il settore a strutturarsi in modo da ridurre al minimo gli sprechi della rete distributiva e creare imprese in grado di negoziare con la committenza le migliori condizioni di mercato”.
Sulla stessa linea, come è ovvio, le voci provenienti dall’opposizione. Il governo “cede al ricatto degli autotrasportatori” e di fatto “reintegra la scala mobile in Italia”, per il senatore del Pd, Luigi Vimercati, segretario della commissione lavori pubblici di palazzo Madama. “Il protocollo di intesa con gli undici sindacati di categoria dell’autotrasporto è una vera e propria Caporetto per il Governo, che ha ceduto su tutta la linea al ricatto dei camionisti. In particolare, spiega Vimercati, “con l’adeguamento automatico delle tariffe dell’autotrasporto all’aumento del prezzo del gasolio viene alimentata una consistente spirale inflazionistica in un momento in cui l’inflazione è già alta. In questo modo il governo dà prova di accettare tutte le spinte corporative al di fuori di una organica politica dei trasporti. Il protocollo incoraggerà tutto il settore (quindi anche il trasporto passeggeri) a chiedere aumenti tariffari giustificandoli con il rincaro del petrolio. Ricordo che i lavoratori dipendenti hanno rinunciato alla scala mobile da oltre 15 anni e il Governo, mentre da un lato accontenta i camionisti, dall’altro chiede ai lavoratori dipendenti sacrifici salariali, fissando il tasso di inflazione programmata a un irrealistico 1,7 per cento”.