Taxi: norma Ncc-Uber, nuovo sciopero 23 marzo. Radiotaxi attende risposta dal ministero
Si potrà scongiurare il nuovo sciopero dei tassisti del 23 marzo? Il Governo è al lavoro per emanare un nuovo decreto contenente regole più precise su distinzioni tra servizio taxi, Uber e ncc – la cui definizione potrebbe scongiurare il fermo – ma gli interessi in gioco rendono l’elaborazione del provvedimento particolarmente complessa. Lo scorso 21 febbraio i sindacati taxi avevano sottoscritto un’intesa col ministero che prevedeva l’impegno a presentare, entro un mese, i testi di un decreto legislativo e di un decreto interministeriale per misure tese a impedire “pratiche di esercizio abusivo” del servizio taxi e noleggio con conducente o, comunque, non rispondenti ai principi ordinamentali che regolano la materia. Ieri sera, a una settimana dalla scadenza, si è riunito il parlamentino nazionale taxi e alcune sigle sindacali (Unica Cgil, Fit Cisl Taxi, Ugl Trasporti Taxi, Ugl Taxi, Federtaxi Cisal, Usb Taxi, Uti e Unimpresa) hanno proclamato lo sciopero.
Più pacato il giudizio di Loreno Bittarelli, presidente di Uri – Unione Radiotaxi Italiani: “La nostra proposta – ha spiegato Bittarelli – è già stata consegnata al ministero ed è aperta a qualsiasi contributo positivo da parte di altre associazioni. A suo sostegno, se sarà necessario, intraprenderemo qualsiasi forma di lotta consentita, ma non prima di aver ottenuto una risposta dal ministero, perché ci sembra inopportuno far perdere inutilmente ulteriori giornate di lavoro ai tassisti, arrecando notevoli disagi agli utenti del servizio e regalando i nostri incassi ad abusivi e multinazionali, contro le quali invece diciamo di combattere. Noi abbiamo illustrato una nostra proposta, che elenca una serie di principi ispiratori della nuova disciplina primaria dei due settori taxi e ncc, da inserire nella Legge Delega, che trovano autorevole fonte di riferimento giuridico nel noto recente Parere del Consiglio di Stato n. 03586/2015 del 23/12%2015″. 7
Taxi e Ncc, si legge nella proposta, “sono due servizi diversi che, conseguentemente, hanno mercati di riferimento diversi; il taxi rientra nell’ambito del servizio di Trasporto Pubblico Locale non di Linea, sottoposto a regime di licenza; l’Ncc rientra nell’ambito del Trasporto Privato Locale non di Linea, sottoposto a regime di autorizzazione; le regole dei due settori devono, necessariamente, essere diverse e coerenti coi presupposti di qualificazione giuridica, operativi e di mercato, che sono distinti; non vi può e non vi deve essere, in conseguenza dei diversi presupposti operativi, di qualificazione giuridica e di mercato, alcuna possibilità di concorrenza di fatto o di diritto tra i due settori. Le piattaforme tecnologiche di intermediazione, attive a favore dell’uno o dell’altro settore, possono svolgere la loro funzione sul solo presupposto di condizionare e regolamentare la loro operatività in base al rispetto – da parte dei tassisti o dei noleggiatori che svolgono il contratto di trasporto (che rimane centrale nel più ampio negozio giuridico che i titolari delle piattaforme concludono con l’utente) – delle regole che disciplinano i due distinti settori di Trasporto Locale non di Linea; l’operatività delle piattaforme tecnologiche attive nell’interconnessione tra passeggeri e conducenti dei Servizi taxi e Ncc, avendo impatto su servizi pubblici o privati di interesse pubblico ed assoggettati ai limiti di ordine pubblico, sarà sottoposta al potere autorizzatorio, di vigilanza e di sanzione del Mise, che ne provvederà all’iscrizione in un apposito Registro degli Operatori del settore”.
Questi principi, sottolinea ancora Bittarelli, “risultano oggettivamente idonei a superare ogni conflittualità tra i lavoratori dei due settori del Trasporto Locale e questa è anche la nostra risposta all’appello lanciatoci ieri dal presidente di Conftrasporto-Confcommercio, Paolo Uggè. La finalità degli stessi, infatti, è quella di evitare che nel nostro Ordinamento Giuridico, fondato sul rispetto primario del lavoro e sulla finalizzazione sociale dell’attività economica, possano trovare tutela legislativa i portatori di solo capitale (titolari delle piattaforme) che intendano rivolgersi ai due singoli settori di taxi e Ncc con lo scopo di entrare – in modo indifferenziato – sul mercato del Tpl non di linea per il conseguimento del massimo profitto, conseguenziale all’investimento del capitale dedicato, al netto di qualsiasi vantaggio occupazionale, fiscale e sociale per il Sistema Italia”.