Trasporto merci pericolose: Anita, Fai e Fedit chiedono maggiori garanzie per la sicurezza
“Garantire la sicurezza nel trasporto delle merci pericolose non può essere un compito esclusivo delle imprese di autotrasporto, ma serve l’impegno collaborativo e responsabile di tutta la filiera”. E’ questo il messaggio che ANITA, FAI e FEDIT, le associazioni che riuniscono le più grandi imprese che trasportano merci pericolose (prodotti petroliferi e chimici), hanno rivolto ai rappresentanti della committenza.
Il trasporto in ADR (Accord Dangereuses Route) – così chiamato dall’Accordo europeo relativo ai trasporti di merci pericolose su strada – è un settore cruciale per l’economia del Paese con 10.000 addetti impiegati e 6.500 autobotti movimentate e che, stando agli ultimi dati del MIT Conto Nazionale dei Trasporti 2016, rappresenta il 7,2% (65 milioni di tonnellate l’anno) del traffico merci totale in Italia. Un comparto ad alto rischio che include materie solide e liquide infiammabili (nella misura del 76%), gas (15%), materie corrosive (7%), tossiche (0,8%), prodotti soggetti a esplosione, radioattivi, infettanti, soggetti ad accensione spontanea o a sprigionamento di gas infiammabili (nella percentuale del 1,2%).
La pericolosità dei prodotti richiede alle imprese di autotrasporto di garantire elevati standard di sicurezza e qualità attraverso notevoli investimenti in veicoli tecnologicamente avanzati e dotati di dispositivi innovativi che aumentano la sicurezza passiva e riducono l’impatto ambientale, personale qualificato, adeguate coperture assicurative, nonché una complessa organizzazione aziendale. “Elementi che, nell’insieme, contribuiscono all’aumento dei costi a carico delle imprese che operano in regime ADR, troppo spesso sottovalutati da molti committenti, i quali inseguono ancora unicamente il prezzo più basso una tendenza che deve essere invertita – scrivono le associazioni -. L’intera filiera deve fornire quelle garanzie che la collettività si attende: un trasporto di qualità e in sicurezza ha origine da una attenta selezione sul mercato di partner che garantiscono i sopra citati standard, ai quali deve necessariamente corrispondere una adeguata valorizzazione del servizio, in un mercato libero e competitivo”. Per questo motivo Anita, Fai e Fedit chiedono ai committenti uno sforzo e un impegno responsabile, “se non si vuole correre il rischio di spingere fuori dal mercato proprio le imprese che lavorano in sicurezza, giocando a favore di quelle poco attente a tali valori”.