Trasportounito: allarme occupazione a Genova per l’autotrasporto
L’autotrasporto genovese lancia l’allarme occupazione e chiede al prefetto un incontro urgente. Lo segnala in un comunicato Trasportounito, spiegando le ragioni che minacciano le attività della piccola e media impresa del territorio provinciale.
Le “emergenze” economiche individuate scaturiscono dal fatto che “il lavoro se ne va da Genova e le aziende del trasporto merci sono costrette a trasferire l’attività o a chiudere in modo definitivo”, spiega l’associzione.
Trasportounito fa un elenco delle ragioni alla base del fenomeno. In primo luogo le attività per lo smaltimento della Concordia: “Il materiale di risulta dello smantellamento verrà affidato a 80 veicoli che effettueranno oltre 3000 mila trasporti. Ma nessuno di questi veicoli sarà genovese visto che a svolgere il servizio saranno solo le aziende di un consorzio di Brescia”.
La seconda questione riguarda le conseguenza della chiusura della discarica di Scarpino: “La necessità di trasportare i rifiuti nei siti piemontesi bloccherà le attività delle aziende genovesi di trasporto abilitate a conferire materiali inerti dai cantieri genovesi. I nostri autotrasportatori non sono in grado di competere con le aziende del basso Piemonte, avvantaggiate da soluzioni logistiche più efficaci. Sulle piccole “portate” di detriti si potrebbero invece scatenare fenomeni di abusivismo e irregolarità, con gravi danni anche ambientali”.
Infine l’associazione evidenzia la già nota questione Ilva: “A rischio fallimento anche l’indotto di trasporto rappresentato da decine di piccoli autotrasportatori che già oggi soffrono per i ritardati pagamenti e che a breve potrebbe perdere definitivamente le commesse e il lavoro. Le aziende possono competere se il contesto di mercato e strutturale lo permettono – spiegano poi dall’associazione – a Genova purtroppo non è così ed è evidente che stiamo pagando la mancanza di efficaci politiche del lavoro, di necessarie scelte infrastrutturali, oltre all’assenza di una anche basica attività di marketing territoriale da parte di una classe politica e dirigenziale incapace di compiere quelle scelte che oggi sono diventate un’emergenza”.