Trasportounito: penalizzati gli investimenti nei veicoli a gas, necessario estendere il recupero accise
Il mondo dell’autotrasporto ha iniziato da tempo il processo di adeguamento ai nuovi parametri green fissati dalle politiche che promuovono la transizione energetica. Ma ora le associazioni dell’autotrasporto chiedono misure specifiche per le imprese che hanno investito nei carburanti a gas, le quali rischiano di essere penalizzate a causa dei recenti aumenti del costo del carburante in questione.
In una nota Trasportounito ha chiesto infatti l’estensione dei benefici a chi ha investito in veicoli a gas.
“Già è complesso in una situazione di mercato critica spingere le imprese a investire in modo massiccio sulla transizione energetica e sull’adozione di nuovi carburanti eco-compatibili, se poi questa scelta si traduce in un boomerang anche dal punto di vista del conto economico, con le imprese virtuose costrette a pagare oneri più che doppi rispetto a chi continua a utilizzare carburanti tradizionali, si concretizza una vera e propria beffa”.
Trasportounito ha spiegato che molte imprese, in osservanza del principio sull’uso dell’energia verde, negli ultimi anni hanno effettuato investimenti consistenti nell’acquisto di veicoli industriali alimentati a gas, anziché acquistare veicoli industriali motorizzati euro 5 o euro 6, per i quali viene consentito il recupero trimestrale di parte delle accise (per circa 214,00 euro ogni 1000 litri di carburante).
Estendere il recupero trimestrale delle accise
Tali imprese, “oggi si trovano fra l’incudine di una concorrenza esercitata da chi è stato posto in grado di recuperare le accise e chi ha investito davvero nel green e per questo è paradossalmente penalizzato”, scrive Trasportounito.
Secondo Maurizio Longo, segretario generale di Trasportounito, è indispensabile fare rientrare tali veicoli industriali almeno nel recupero trimestrale delle accise per un valore identico a quello riconosciuto ai veicoli motorizzati euro 5 ed euro 6.
“In pochi mesi infatti la situazione internazionale ha pericolosamente compromesso il costo di tale tipo di carburante raggiungendo un valore inimmaginabile di 2,20 euro per litro esclusa iva. Oggi questo straordinario maggior costo, oltre a determinare un clamoroso svantaggio competitivo rispetto alle imprese di autotrasporto che adoperano flotte di veicoli altamente inquinanti, rischia di generare un inaccettabile default proprio per le imprese più virtuose e pertanto siamo a chiedere un significativo intervento economico che, almeno parzialmente, consenta a tali imprese di recuperare parte del costo di esercizio”, conclude la nota dell’associazione.