Unrae: crolla il mercato degli industriali, a maggio tutti i segmenti col segno meno
Gli effetti rimbalzo post-pandemia sembrano già finiti: il mercato dei veicoli industriali crolla a maggio 2021 e, diversamente dai mesi precedenti, riporta il segno meno su tutti i segmenti, inclusi i pesanti.
È quanto comunicato da Unrae nel suo confronto con maggio 2019 (si evita il 2020 che fa poco testo per via delle chiusure) sulla base dei dati di immatricolazione dello scorso mese forniti dal ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili.
Mercato degli industriali a maggio 2021: i dati per ciascun segmento
I veicoli con massa totale a terra inferiore alle 3,5 tonnellate hanno perso il 15% (2.060 unità contro le 2.423 di maggio 2019), i mezzi con massa tra 3,51 e 6 tonnellate sono calati del 39,7% (70 unità verso 116), i veicoli con massa da 6,01 e 15,99 tonnellate hanno subito una flessione del 31,4% (290 contro 423) e i mezzi con massa superiore alle 16 tonnellate si sono fermati a -9.8% (1.700 unità immatricolate contro le 1.884 di maggio 2019).
Unrae: il consuntivo dei primi 5 mesi dell’anno
Per quanto riguarda il periodo gennaio-maggio 2021, in confronto con i primi 5 mesi del 2019, i mezzi con massa minore di 3,5 tonnellate sono a +5,5% (11.450 verso 10.849), quelli con massa tra 3,51 e 6 tonnellate crollano a -36,2% (309 contro 484), quelli con massa da 6,01 a 15,99 tonnellate sono stabili (1.522 verso 1.522) e quelli con massa superiore alle 16 tonnellate si attestano a +8,8% (9.619 unità verso le 8.843 di gennaio-maggio 2019).
Mercato in crisi: il commento di Paolo A. Starace, Presidente della Sezione Veicoli Industriali di Unrae
“Se non temessimo di fare del sarcasmo fuori luogo, potremmo commentare l’andamento di maggio con un semplice “finalmente!”. C’è voluto solo qualche mese per vedere purtroppo confermati i nostri timori: evaporati gli effetti del rimbalzo post pandemia, il mercato, lasciato a se stesso, comincia a denunciare tutta la sua fragilità, risentendo della caduta di attenzione da parte della politica, nonostante la retorica dei mesi scorsi che definiva il settore “strategico, se non eroico. Di fronte alla totale assenza di disposizioni a sostegno dell’autotrasporto e considerato che anche i benefici della Legge Sabatini sono al termine ci domandiamo come sia possibile parlare di transizione ecologica lasciandone l’intero costo sulle sole spalle della filiera. È necessario a questo punto che le scelte politiche siano tradotte in fatti concludenti, in linea con gli obiettivi che si dichiara di voler raggiungere e rispetto ad un parco circolante che continua a vantare il triste primato di essere tra i più obsoleti d’Europa, con oltre la metà dei veicoli ante Euro IV.”