Unrae: il mercato dei veicoli industriali ha chiuso il 2020 con un calo a doppia cifra
Il 2020 è stato un anno in perdita per il settore dei veicoli industriali. Il comparto, infatti, dopo i mesi di grande difficoltà affrontati nel primo lockdown, non è riuscito a compensare con le brevi riprese e ha chiuso il 2020 con un calo a doppia cifra.
Secondo Unrae, l’associazione delle case estere, l’anno appena trascorso ha fatto registrare una flessione del mercato dei veicoli con massa superiore alle 3,5 ton. pari al 13,8% rispetto al 2019, con 20.370 immatricolazioni contro le 23.628 dell’anno precedente.
Il comparto dei veicoli pesanti, con massa uguale o superiore alle 16 ton. ha chiuso il 2020 a -12,7% rispetto al 2019, con 16.567 immatricolazioni contro 18.985.
“C’è assenza di un sistema paese che faciliti un rinnovo e un ampliamento programmabile del parco e mancanza di politiche di sostegno e sviluppo capaci di superare davvero le ragioni per le quali l’autotrasporto merci italiano soffre da decenni di una debolezza crescente nei confronti della concorrenza estera. – ha commentato il Presidente della Sezione Veicoli Industriali di Unrae Paolo Starace – I nostri trasportatori sono rimasti per troppo tempo ostaggio di discontinuità e incertezze nei tempi e nei modi per il ricorso agli incentivi concessi annualmente per gli investimenti mentre i vettori esteri, favoriti anche dalle norme sul cabotaggio, spesso nemmeno rispettate, si presentavano alla committenza nazionale in condizioni di vantaggio competitivo”.
L’andamento mensile del mercato in un difficile 2020
Ha inciso sul consuntivo il risultato col segno meno riportato dall’ultimo mese dell’anno: dicembre 2020 ha visto infatti un calo del 6,1% rispetto al dicembre del 2019 (2.045 unità immatricolate contro 2.177) per i veicoli con massa superiore alle 3,5 ton. e del 5,1% su dicembre 2019 (1.670 unità immatricolate contro 1.759) per i veicoli con massa uguale o superiore alle 16 ton.
Ma non solo: il mercato dei veicoli industriali del 2020 ha denunciato perdite consecutive a due cifre da marzo a giugno tra il 40% e il 63% su base mensile, seguite poi da ricuperi tra il 23% e il 46% tra luglio e novembre, con la sola esclusione di ottobre (+1,2%).