Unrae: spunti di riflessione e proposte per rinnovare il settore veicoli industriali
“L’Italia quinto Paese esportatore nel mondo, è finita al 19° posto nella classifica delle performance logistiche e ha visto le sue imprese di autotrasporto ridurre del 75% la presenza sulle rotte internazionali. Le aziende maggiori e più strutturate sono emigrate, le più piccole sono scomparse, in conseguenza soprattutto degli alti costi di gestione (in particolare del personale), della pressione fiscale e delle difficoltà burocratiche. Dal 2008 il settore ha perso in Italia 135.000 addetti, senza contare l’indotto. Il bilancio dello Stato ha perso €105 milioni di entrate fiscali, i Costruttori di veicoli industriali €1,5 miliardi di fatturato”. Lo ha detto il Presidente della Sezione Veicoli Industriali di UNRAE, Franco Fenoglio nel corso della conferenza UNRAE, Associazione delle Case Automobilistiche Estere presenti sul mercato italiano, che si è svolta oggi presso l’Aula Ottagona delle Terme di Diocleziano in Roma, allo scopo di analizzare la situazione del mercato dei veicoli industriali.
Durante la conferenza sono stati presentati gli studi di GiPA, Istituto di ricerche di mercato specializzato nell’after sales automotive e di RIE, Centro Ricerche Industriali ed Energetiche, intesi a far conoscere la situazione reale dell’autotrasporto e individuare le strade razionalmente percorribili per raggiungere possibili obiettivi realistici di efficace sostenibilità ambientale ed economica.
Secondo l’indagine GiPA, l’Italia ha in mano un’opportunità straordinaria di rinnovare il suo parco circolante – tra i più vecchi d’Europa – e raggiungere simultaneamente più̀ obiettivi: dalla diminuzione dei consumi e delle emissioni di CO2 e di inquinanti atmosferici, alla riduzione della spesa per il carburante, ai benefici per la sicurezza stradale.
“Assumendo che l’entità del parco circolante italiano per il trasporto di merci rimanga ora costante – ha affermato Marc Aguettaz, Amministratore Delegato di GiPA Italia – e nella prospettiva assolutamente teorica che i consumi per ogni singolo veicolo nuovo non si riducano più, in una ipotesi di completo rinnovo del parco in venti anni, da qui al 2039 si avrebbe un risparmio di 22 miliardi di litri di gasolio, pari ad una riduzione della CO2 emessa di 58 milioni di tonnellate”.
Lo studio di RIE (Centro Ricerche Industriali ed Energetiche) è stato condotto con l’obiettivo di valutare in che modo e con quale impatto le nuove tecnologie motoristiche potranno dare risposte concrete alla transizione energetica. Lo studio riconosce che la possibilità̀ di ridurre le emissioni inquinanti certamente continuerà nei prossimi anni, ma sarà fortemente condizionata dalla rapidità con la quale verrà rinnovato il parco applicando il principio della neutralità tecnologica.
“Ragioni tecnologiche, economiche e sociali rivoluzioneranno anche il futuro della mobilità delle merci. Ma non sarà̀ certamente scommettendo su una sola tecnologia – ha sottolineato Alberto Clô, Presidente di RIE e coordinatore della ricerca – che si otterranno rapidamente i minori impatti ambientali possibili. Il diesel continuerà a governare la transizione energetica in corso, in virtù̀ delle sue caratteristiche funzionali e grazie alle sofisticate tecnologie motoristiche adottate, destinate all’abbattimento delle emissioni”.
“Al momento – continua – il rinnovo del parco circolante che punti ad un rapido ricambio delle motorizzazioni più̀ vecchie con le declinazioni diesel di ultima generazione (quale l’Euro VI-d) rappresenta la scelta più realistica ed efficace in termini di abbattimento degli inquinanti. Il mercato ci dimostra come questa considerazione sia realistica, non reazionaria.”.
Durante il dibattito è poi intervenuto l’On. Vannia Gava che ha sottolineato che nell’ambito di una politica coerente di sviluppo della mobilità sostenibile è necessario fare tutto il possibile, soprattutto sul piano normativo, per garantire che il parco dei veicoli per il trasporto merci possa raggiungere almeno gli standard europei, ponendosi già̀ nella prospettiva della decarbonizzazione più̀ rapida possibile.
A margine della discussione Fenoglio spiega che per rilanciare il settore il Decisore politico deve salvaguardare le forme di sostegno esistenti, in grado di favorire lo spostamento del sistema dei trasporti verso un futuro concretamente più̀ sostenibile, mantenendo gli strumenti per realizzare politiche efficaci di sostegno al rinnovo del parco circolante, quali possono essere il superammortamento e l’iperammortamento.
UNRAE, per creare migliori condizioni allo sviluppo dell’autotrasporto e del mercato dei veicoli propone: rendere strutturale il sostegno agli investimenti; costruire un sistema di incentivazione al rinnovo del parco basato sul principio “chi più inquina ed è meno sicuro, più paga”; ridare efficienza alla burocrazia amministrativa e tecnica; impiegare risorse nella preparazione professionale dei giovani e adoperarsi in Europa per ristabilire le regole di una corretta competitività anche nell’autotrasporto.