Veicoli industriali, a ottobre mercato in crescita del 12%
Il mercato dei veicoli industriali è in crescita ad ottobre del 12% rispetto allo stesso mese del 2017 (con 2.245 unità immatricolate su 2.005). E’ quanto emerge da una indagine del Centro Studi e Statistiche dell’UNRAE, sulla base dei dati del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Nel settore dei veicoli pesanti, con massa totale a terra uguale o superiore a 16 t, a ottobre si è registrato un incremento del 9% rispetto all’ottobre del 2017.
Il dato cumulato dei primi dieci mesi del 2018 conferma e stabilizza la crescita a due cifre rilevata nel mese scorso, pari a +11,7%, rispetto ai primi dieci mesi del 2017 (21.220 unità immatricolate contro 18.990).
Commenta i dati Franco Fenoglio, Presidente della Sezione Veicoli Industriali di UNRAE, l’Associazione delle Case automobilistiche estere. “Il dato decisamente positivo di ottobre arriva dopo una serie di rilevazioni mensili incerte e in alcuni casi in calo ad ulteriore dimostrazione, se vi fossero ancora dubbi, che il sostegno al rinnovo del parco deve essere continuo e certo, cioè strutturale, in modo da dare respiro ad un mercato in costante attesa degli strumenti necessari per poter soddisfare una domanda reale, ma schiacciata tra scarsità di risorse e incertezza programmatica”.
“Per quanto riguarda il comparto del trasporto su strada – continua Fenoglio – constatato il suo peso nel complesso delle modalità utilizzate per movimentare le merci, ma soprattutto viste le sue caratteristiche e le sue potenzialità, è indispensabile che venga avviata in Italia una politica di sostegno strutturale, finalizzato al raggiungimento delle condizioni di efficienza e affidabilità necessarie perché i nostri autotrasportatori possano essere competitivi a livello continentale, riportando nel nostro Paese le quote di trasporto interno e internazionale perse in questi ultimi anni, necessarie per recuperare le perdite di posti lavoro e di gettito fiscale, nonché di mercato, provocate dall’emigrazione di molte imprese medio-grandi e dalla scomparsa di un universo di piccole aziende”.