Veicoli industriali, Unrae: continua il trend negativo, necessario il rinnovo parco
Il mercato dei veicoli industriali registra un nuovo calo. Secondo i dati forniti dal Ministero dei Trasporti, elaborati dal Centro Studi e Statistiche dell’UNRAE – l’Associazione delle Case automobilistiche estere, i veicoli industriali con massa totale terra superiore alle 3,5 a gennaio 2019, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ha registrato un calo del 9,9% (2.145 unità immatricolate contro 2.380).
Il comparto dei veicoli pesanti, con massa totale a terra uguale o superiore a 16 t, ha fatto registrare nel mese di gennaio 2019 una perdita del 9,8% sullo stesso mese del 2018 (avendo immatricolato 1.840 unità contro 2.039).
L’andamento conferma il trend negativo registrato nello scorso anno. UNRAE, insieme con altre Associazioni della filiera automotive in Italia, sta denunciando la situazione dell’autotrasporto nazionale.
Il settore dell’autotrasporto è strategico non solo per motivi economici ma anche sociali, “eppure – sottolinea Franco Fenoglio, Presidente della Sezione Veicoli Industriali di UNRAE – mentre in Europa in media il 65% dell’autotrasporto avviene all’interno dei confini nazionali in Italia ben l’86% dei veicoli industriali viaggia esclusivamente sul territorio nazionale. Inoltrein Italia il 40% dei veicoli industriali circolanti viaggia a vuoto, il doppio di quanto avviene in Europa (20%)”.
“Sono davvero molte – conclude Fenoglio – le ragioni di incertezza che oggi preoccupano gli operatori italiani dell’autotrasporto rendendoli insicuri di fronte alla prospettiva di rinnovare il proprio parco e investire in sostenibilità, considerata l’indifferenza con la quale si trattano le questioni che li riguardano, e che ribadiamo essere strategiche per lo sviluppo”.
Per questo, Unrae invita il Ministro Toninelli a un confronto sulle possibili soluzioni, non più rinviabili se si vuole evitare che la situazione continui a peggiorare, allontanando sempre di più il nostro autotrasporto dalla possibilità di competere con la concorrenza europea e non apportando alcun beneficio al settore in termini di maggior sostenibilità e sicurezza”.