Appello al Governo da Fedespedi: serve semplificazione norme e formazione
Mancano 3mila professionisti nel settore delle spedizioni. L’analisi della Federazione degli spedizionieri oggi a Roma
Semplificazione normativa e investimenti nelle risorse umane: sono queste le richieste per rendere più efficiente il settore delle spedizioni, emerse oggi nel corso dell’Assemblea Pubblica di Fedespedi. Un settore ritenuto strategico per sostenere la competitività del tessuto imprenditoriale e del Made in Italy.
La Federazione Nazionale delle Imprese di Spedizioni Internazionali associa oltre 2.100 aziende.
“La merce al centro: politiche e prospettive di sviluppo del commercio internazionale” è il titolo dell’evento di quest’anno, aperto dall’intervento del professor John Manners-Bell, esperto internazionale di logistica.
Nonostante l’Italia sia uno dei Paesi che registra i più alti volumi di export a livello mondiale, collocandosi al settimo posto dopo Cina, Stati Uniti, Germania, Olanda, Giappone e Corea del Sud, è solo al 19° posto e scende rispettivamente al 24° e 26° posto quando vengono analizzate le singole voci “procedure doganali” e “disponibilità di servizi internazionali”.
“Le imprese si trovano a fare i conti con norme datate che generano lungaggini nella filiera della logistica determinando grandi perdite per le aziende causate dai ritardi soprattutto nel processo di sdoganamento delle merci”, ha dichiarato Alessandro Pitto, Presidente di Fedespedi. “Ma serve anche creare percorsi professionali nuovi, in grado di rendere attrattiva la figura dello spedizioniere e promuovere il settore della logistica dal punto di vista occupazionale, valorizzando l’importante sostegno che assicura alla crescita delle nostre imprese sui mercati esteri. Il mondo delle spedizioni è chiamato a un cambiamento per attrarre e valorizzare le nuove competenze legate a innovazione, digitale e sostenibilità in un mercato del lavoro in cui il fabbisogno occupazionale del settore è in crescita ma che sconta difficoltà in termini di attrazione dei talenti e delle competenze”.
Proprio sul fronte dell’occupazione sono oltremodo interessanti i dati dell’ultimo rapporto Anpal-Excelsior, resi noti durante l’incontro, che indica, infatti, un fabbisogno occupazionale di 163.900 persone nei settori della mobilità e della logistica, di cui 128.000 per la sola sostituzione dei lavoratori in uscita nell’arco del triennio 2023-2027.
Nonostante gli occupati nel segmento delle spedizioni siano cresciuti dai 29.406 del 2015 agli oltre 32.505 del 2022, Fedespedi stima in oltre 3.000 addetti l’attuale fabbisogno del settore.
La Federazione, analizzando i dati a disposizione, stima che siano ricercati in particolare esperti di cyber security, commerciali e sviluppatori.
“Nella sola Lombardia servirebbero 15.000 studenti ogni anno in più negli istituti di formazione tecnici e professionali dedicati alla logistica” per far fronte al necessario turn over.
“La complessità delle funzioni svolte dallo spedizioniere li rende difficilmente sostituibili anche da chi, come le aziende informatiche che sviluppano piattaforme d’incontro di domanda-offerta, mira a disintermediare i processi e affidarsi a sequenze di algoritmi. – ha aggiunto il vicepresidente di Fedespedi Guglielmo Davide Tassone – Questo fa dei freight forwarders il partner principale delle imprese produttrici nazionali perché sanno identificare le esigenze concrete della clientela”.
Quanto all’aspetto normativo ecco le sei richieste di Fedespedi:
- Completamento della riforma della disciplina civilistica del Contratto di Spedizione; chiarezza sulla figura dello “spedizioniere-vettore”;
- ridefinizione del perimetro di competenza delle funzioni di Autorità Regolazione Trasporti.
- interventi normativi volti a semplificare la disciplina IVA nei trasporti internazionali al fine di alleggerire lo stress per l’esposizione finanziaria che grava su imprese del settore ed export nazionale;
- attuazione della Legge Delega Fiscale. Riordino normativa nazionale doganale (TULD) ed in particolare sistema sanzioni amministrative al fine di renderle conformi ai principi europei, con un’attenzione al percorso di riforma del Codice Doganale dell’Unione e al crescente ricorso all’innovazione tecnologica a supporto dei processi e delle procedure doganali;
- reingegnerizzazione del sistema telematico doganale che necessita di adeguate risorse finanziarie e umane per arrivare all’obiettivo della piena funzionalità evitando disagi alle operazioni che abilitano il commercio internazionale;
- attuazione del PNRR ed in particolare della Misura 3 Componente 2 “Intermodalità e Logistica Integrata”. Questa misura è composta di due aree di intervento: risorse per la realizzazione dei progetti per la “Digitalizzazione logistica” a livello di sistema e di singolo operatore e “Proposte di riforma normativa”: attuazione dello Sportello Unico Doganale e dei Controlli – SuDoCo, (in fase di sperimentazione); adesione al Protocollo alla Convenzione CMR per la lettera di vettura elettronica (in corso di ratifica); revisione della disciplina civilistica del Contratto di Spedizione e dei trasporti (parzialmente attuata).