Attacchi Mar Rosso: iniziative del Governo per sostenere i porti italiani nel 2024
I costi dei noli per un container di 40 piedi sulla rotta Shangai-Genova sono più che raddoppiati (+129%) rispetto al 2023
Sul fronte attacchi Mar Rosso, il Governo ha messo in atto iniziative per sostenere gli effetti della contrazione dei traffici nei porti italiani e nei rispettivi terminal portuali.
Sono allo studio interventi volti a prorogare le misure di sostegno alle imprese che effettuano operazioni e servizi portuali per tutto il 2024. Comprese quelle per il sostegno degli operatori dei servizi di manovra ferroviaria che operano nelle aree portuali ove insistono linee ferrate di connessione agli scali fino al 2026.
Lo ha detto il sottosegretario alle Infrastrutture, Tullio Ferrante, rispondendo nella commissione Trasporti della Camera a un’interrogazione Fdi.
Attacchi Mar Rosso: a breve nuova riunione al MIT
Il sottosegretario, dopo aver annunciato a breve la convocazione di una nuova riunione con le realtà di sistema e imprenditoriali per il monitoraggio della situazione e la valutazione dei dati raccolti, ha aggiunto: “Confermo che il Governo è impegnato su ogni fronte, dalle misure per l’eventuale incremento del costo dei materiali alla tutela della strategicità dei nostri porti, per salvaguardare gli interessi del comparto e più in generale del sistema Paese”.
L’indagine di Confcommercio sugli attacchi nel Mar Rosso
Secondo un’indagine di Confcommercio sulla crisi del Mar Rosso e gli impatti sul sistema dei trasporti e sull’import-export delle imprese italiane, le tensioni sul Mar Rosso legate agli attacchi dei ribelli Houti si stanno riflettendo sul sistema economico nazionale ed europeo.
La compromessa regolarità dei rifornimenti delle merci e l’incremento dei costi impattano sul sistema dei trasporti e sul commercio internazionale delle imprese italiane.
I tempi di navigazione nei traffici con l’estremo Oriente si allungano di 10-12 giorni per via della circumnavigazione del Continente africano. I costi dei noli per un container di 40 piedi sulla rotta Shangai-Genova sono più che raddoppiati (+129%) rispetto al 2023.
Transiti delle navi ridotti di un terzo
Inoltre, i transiti delle navi attraverso il canale di Suez, da cui passa circa il 40% del nostro interscambio commerciale marittimo (154 miliardi di euro), si sono ridotti di oltre un terzo con forte penalizzazione sia per i porti nazionali, specialmente quelli nell’Adriatico, come Trieste e Venezia, maggiormente interessati da traffici internazionali che, in generale, per il sistema Italia.
Sul commercio internazionale delle imprese italiane, indica l’associazione nell’indagine, i maggiori problemi riguardano soprattutto l’import.
Attraverso il Canale di Suez si stima che passi, infatti, il 16% delle importazioni italiane di beni in valore e il mancato arrivo delle merci importate espone, in molti casi, le imprese italiane a forti penali in quanto fornitori di una filiera. Automotive, moda e alcuni comparti dell’alimentare (ad esempio, riso, oli vegetali, tè e caffè) sono i settori che soffrono di più per i rallentamenti nell’import e la riduzioni dei traffici marittimi via Suez.
Confcommercio chiede, dunque, interventi immediati come la sospensione del sistema di negoziazione delle emissioni (Ets) per i traffici destinati ai porti di trasbordo europei (ad esempio Gioia Tauro) e la deroga alle limitazioni del transito dei mezzi pesanti attraverso i valichi alpini (Brennero).
E forme di tutela contrattuale per il lato import-export con coperture assicurative ad hoc.