Caro frutta: è davvero colpa dei trasporti?
Secondo Assotir il vero problema è l’intermediazione, “un meccanismo perverso che premia gli intermediari a discapito di chi produce”
L’aumento del 20% dei prezzi di frutta e verdura ha sollevato diverse polemiche, ma secondo Assotir, la colpa non può essere attribuita a un presunto aumento delle tariffe dei trasporti. Il Segretario Generale di Assotir, Claudio Donati, ha respinto le accuse mosse da Coldiretti, sottolineando che l’autotrasporto incide solo marginalmente sul costo di un chilo di frutta.
Invece, il vero problema è l’intermediazione, “un meccanismo perverso che premia gli intermediari a discapito di chi produce”.
Costi dell’autotrasporto irrisori
Secondo Donati, le argomentazioni di Coldiretti basate sull’incremento dei costi del carburante come causa dell’aumento dei prezzi non sono fondate.
Al contrario, gli autotrasportatori, in un mercato rallentato, si trovano costantemente a dover fronteggiare richieste e imposizioni di riduzioni tariffarie. I costi aziendali, che hanno registrato un aumento del 20% su base annua, non sono principalmente dovuti al carburante, bensì a diversi altri fattori all’interno della logistica, dei quali l’autotrasporto rappresenta solo uno degli elementi.
Agricoltori e autotrasportatori uniti contro l’intermediazione: un nemico comune
Assotir concorda con l’amarezza provata da Coldiretti riguardo alla sofferenza del settore, ma invita a essere più precisi nell’individuare le responsabilità. Donati ritiene che accusare gli agricoltori o gli autotrasportatori non sia la soluzione.
Al contrario, suggerisce di cercare nuove convergenze tra i diversi attori della filiera, che condividono la stessa situazione di anelli deboli e rischiano di essere sfruttati. Solo affrontando insieme le difficoltà e contrastando gli interessi dei “padroni del vapore”, si potrà fare squadra per migliorare la situazione complessiva.