Confetra: crollo del cargo ferroviario ma cresce il settore della logistica
De Ruvo: “Serve una governance complessiva, regolatoria e infrastrutturale, che permetta al comparto di reagire alle molteplici sfide che lo attendono”.
Il Presidente di Confetra, Carlo De Ruvo, lancia l’allarme dall’assemblea pubblica della Confederazione sulla crisi del settore cargo ferroviario dichiarando: “Il cargo ferroviario è il settore che sta manifestando le maggiori fragilità: dopo la ripresa del 2021, il traffico ferroviario delle merci è rimasto stabile nel 2022 per poi crollare nel 2023 (-8,3% in termini di tonnellate e -6,7% in termini di tonn-km), con un impatto economico stimato in 90 milioni di perdite di fatturato e con previsioni, nazionali ed europee, tutt’altro che rosee per il 2024”.
De Ruvo ha continuato il suo intervento spiegando come il settore stia affrontando interruzioni causate dai cantieri del Pnrr, da cancellazioni legate alle manutenzioni dei valichi Alpini, da calamità naturali, calo dell’export Ue e dalla bassa domanda interna.
Il comparto della logistica secondo Confetra
Per quanto riguarda il comparto della logistica, l’Osservatorio Contract Logistics, presentato da Confetra questa mattina a Roma, rivela come il settore abbia registrato nel 2023 un fatturato di 115,8 miliardi, mentre per il 2024 si prevede un incremento dello 0,7% “allineato all’economia nazionale, ma a fronte di scenari internazionali estremamente incerti”.
Secondo il Presidente Di Ruvo però: “Non è tempo di festeggiare, quella che vediamo è la fotografia di un comparto che tiene e che continua a essere competitivo affidandosi principalmente alla resilienza delle sue imprese. Serve però una governance complessiva, regolatoria e infrastrutturale, che permetta al comparto di reagire alle molteplici sfide che lo attendono”.
La mancanza di forza lavoro
Tra le sfide per il settore della logistica c’è la mancanza di forza lavoro. “Se guardiamo unicamente alla figura degli autisti – ha detto De Ruvo – secondo i dati Iru, in Europa ne mancano oltre 230mila, di cui 22mila unità solo in Italia. Ma il deficit riguarda anche operatori logistici e di magazzino, macchinisti e spedizionieri”.
Le criticità geopolitiche e geoeconomiche
La confederazione indica anche delle criticità geopolitiche e geoeconomiche, come la guerra israelo-palestinese, che ha modificato le rotte delle merci impattando sulla logistica portuale e aerea. Poi ci sono i valichi alpini, dove le criticità manutentive combinate con le regolamentazioni restrittive del Tirolo pesano sulla movimentazione delle merci via terra.
“La mancanza di una governance complessiva sul settore della logistica incide profondamente sulla capacità di pianificare e programmare delle aziende del comparto, che spesso si trovano sottoposte a misure regolatorie penalizzanti, asimmetriche e onerose, e scontano la mancanza di una visione strategica su un comparto centrale per lo sviluppo del Paese: gli effetti concreti di questa mancanza di indirizzo complessivo emergono nelle questioni più urgenti oggi sul tavolo: dalla questione della transizione ecologica alla semplificazione, fino al tema della fiscalità”- ha concluso il Presidente di Confetra De Ruvo.
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