Covid-19, le proposte di Assologistica per la ripresa post emergenza del settore
Il diffondersi dell’epidemia di coronavirus e le conseguenti misure di contrasto stanno mettendo a dura prova il settore della Logista e del Trasporto Merci. Assologistica presenta al Governo proposte per affrontare concretamente il post emergenza.
“In questo difficile momento e nei momenti che seguiranno nel dopo-emergenza al nostro Paese e a tutte le sue componenti produttive sarà chiesto uno sforzo importante. Le imprese, anche del nostro settore, non possono essere lasciate sole ad affrontare quello che le aspetta, nella consapevolezza che la nostra economia deve continuare a essere una delle maggiori economie del Vecchio Continente (e non solo). Noi logistici faremo la nostra parte, come abbiamo sempre fatto (e dimostrato anche in questi giorni), ma lo Stato deve fare la sua, stando al nostro fianco in quella che si sta configurando come una sorta di ricostruzione del Paese”, commenta il presidente di Assologistica Andrea Gentile.
Le proposte, valide per il settore (rappresentato dai codici Ateco 49-50-51-52-53-89.92), sono:
- Decontribuzione straordinaria per abbattere il costo del lavoro e mantenere l’occupazione: Assologistica chiede una riduzione straordinaria del 40% dell’aliquota contributiva IVS (Invalidità, Vecchiaia, Superstiti) a carico dell’azienda con decorrenza dal 1/4/2020 fino a tutto il 31/12/2021 a condizione che l’impresa mantenga fino a tale data almeno l’80% dei livelli occupazionali in forza alla data dell’1/2/2020, intendendo per tali i lavoratori non in prova a tempo indeterminato ed esclusi gli apprendisti. Resta ferma l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche.
- Credito di imposta sugli acquisti di dpi (dispositivi per la protezione individuale): Assologistica chiede il riconoscimento di un credito di imposta del 50% sul costo di acquisto sostenuto e documentabile da parte dell’azienda dei DPI necessari ai lavoratori, in applicazione delle misure previste dal protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro. I costi ammessi al credito di imposta sono quelli sostenuti con decorrenza 1/3/2020 e fino al 31/12/2021.
- Riconoscimento immediato per la logistica dello status di “servizio pubblico essenziale” con relativa applicazione delle norme della Legge n. 146/90 e successive modificazioni per tutta la durata di permanenza dello stato di emergenza, così come da delibera del Consiglio dei ministri del 31/1/2020. Una norma di questo tipo (a onere zero per lo Stato) potrebbe generare un effetto mediatico molto positivo: sarebbe chiaro a tutti che chi lavora in logistica sta contribuendo al sostegno del Paese. Tale status viene richiesto limitatamente al periodo di permanenza dello stato di emergenza.
- Misure destinate al sostegno finanziario delle imprese. Assologistica chiede che quanto già disposto all’art. 56 del D.L. 17/3/2020 n. 18 (Cura Italia) venga esteso anche alle grandi imprese, così da meglio supportare le forme di tutela occupazionale. Tale norma, se adottata, non produce oneri per lo Stato. E ancora l’Associazione chiede lo sblocco immediato dei crediti fiscali vantati dalle imprese (IVA, IRES, IRAP) in forma di liquidazioneoppure, se non fosse possibile, in forma di smobilizzo del credito verso il settore bancario, con copertura di garanzia da parte dello Stato. Soppressione per il 2020 dell’aumento IRES per i concessionari di demanio pubblico, di cui all’articolo 1 comma 716 della Legge 27/12/2019 n. 160, una norma recentemente introdotta con l’ultima Legge di Bilancio e che ora non risulta sostenibile, rischiando pure di apparire beffarda.
- Un’ultima richiesta concerne le misure a sostegno delle imprese che esportano e per le quali si chiede la sospensione delle restrizioni previste dal DPCM del 22/3/2020 per le sole attività svolte dalle imprese del settore logistico a favore di clienti esteri. Pertanto, qualunque attività di servizio resa a favore esclusivamente di clienti esteri viene consentita. L’Associazione comprende e condivide la ratio dei provvedimenti presi dal DPCM del 22/3/2020, ma l’esperienza concreta di questi giorni sta facendo emergere il grave rischio che i committenti esteri delle nostre imprese, per i quali non vige alcuna restrizione all’attività, possano decidere di approvvigionarsi altrove. Quando l’emergenza sarà passata, il cliente estero sarà difficilmente recuperabile, con tutte le conseguenze del caso.