Decreto-Legge rider, Tarlazzi: provvedimento rischia di non migliorare le condizioni dei lavoratori
Uiltrasporti esprime forte preoccupazione per il Decreto-Legge rider, che ha ottenuto il via libera del Consiglio dei ministri nei giorni scorsi.
Il segretario Generale della Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi commenta con apprensione il provvedimento. “Il decreto-legge approvato, salvo intese, dal Consiglio dei Ministri per la tutela del lavoro rischia di non migliorare le condizioni dei rider”
“Soprattutto, da una parte rischia di autorizzare le piattaforme a non applicare il contratto collettivo, lasciando nella precarietà migliaia di lavoratori. Dall’altra, rischia di abbassare i livelli degli accordi collettivi futuri”.
“Questo decreto – spiega – prevede che i lavoratori rider continuino a essere considerati autonomi e non subordinati, con una retribuzione, inoltre, scaturita da un mix tra fisso paga oraria e cottimo”.
Toscana, buona pratica
Nella nota il Segretario porta a esempio la Toscana in cui è stato stipulato un accordo tra l’azienda Runner Pizza e le Organizzazioni Sindacali confederali, in cui è stato applicato ai lavoratori il Contratto Collettivo Nazionale Logistica, Trasporto Merci e Spedizione. Quindi sono previste tutele e garanzie. Accordo che prevede inoltre che i rider sia subordinati e non autonomi.
Decreto-Legge rider
Il decreto nasce da una intesa M5S-Lega e sarà inserito nel decreto sulle crisi aziendali. Obiettivo della bozza quello di “promuovere un’occupazione sicura e dignitosa”, spiega Di Maio nel corso di una diretta Facebook, e “accrescere e riordinare i livelli di tutela per i prestatori occupati con rapporti di lavoro non subordinato”.
Secondo il testo, i rider saranno iscritti ad una piattaforma digitale tramite la quale riceveranno gli ordini. Avranno poi una assicurazione Inail obbligatoria contro infortuni e malattie e la retribuzione sarà un mix di cottimo e paga oraria e si demanda si contratti collettivi la possibilità di definire “schemi retributivi modulari e incentivanti, che tengano conto delle modalità di svolgimento della prestazione e dei diversi modelli organizzativi”.