Infrastrutture, Confcommercio: l’Italia perde terreno in Ue, servono investimenti
In Italia tra il 2010 e il 2014 i volumi di merci trasportati sono scesi del 10% nel settore marittimo e del 37% in quello su gomma, la contrazione più rilevante tra i Paesi fondatori dell’Ue. Nello stesso tempo, le nazioni dell’Est crescono a due cifre, con la Bulgaria a +18% circa sia nel settore marittimo che in quello dell’autotrasporto. Quanto alle merci in entrata, dal 2003 al 2015 le imprese italiane di trasporto su gomma hanno perso oltre il 60% dei traffici, contro un incremento del 700% di quelle dell’Est Europa. Dal 2009 al 2015, infine, le imprese italiane attive nel settore del trasporto terrestre e via condotte sono diminuite del 13%, passando da 140mila a 120mila. L’Italia cresce poco sul fronte trasporti e logistica e rischia la marginalizzazione.
E’ questo il quadro emerso dal Rapporto dell’Ufficio Studi di Confcommercio, realizzato in collaborazione con Isfort, presentato a Cernobbio in occasione del secondo Forum Internazionale di Conftrasporto-Confcommercio. A penalizzare il nostro Paese è soprattutto la mancanza di investimenti in opere infrastrutturali negli ultimi anni, che ci fa perdere 34 miliardi di euro l’anno (pari a 2 punti percentuali in termini di Pil) e che ci allontana dagli agli altri Paesi dell’Unione e dagli scambi internazionali. Secondo la ricerca eccesso di burocrazia, di carico fiscale e deficit di legalità fanno il resto, precludendo all’Italia ritmi di crescita più elevati.
In 12 anni la quota di mercato delle imprese italiane del trasporto su gomma si è ridotta di quasi due terzi, passando dal 32,7% al 12%, mentre quella delle imprese dell’Est è cresciuta di oltre sette volte, passando dal 7% al 53%. Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha chiesto di affrontare con più determinazione la questione dell’accessibilità del Paese. Serve “un piano strategico per i trasporti, la logistica e la mobilità, con l’istituzione di una cabina di regia nazionale che si concentri sulle opere e sugli interventi integrati e intermodali imprescindibili. Le performance dei trasporti e della logistica sono un indicatore significativo dello stato di salute della nostra economia e delle sue possibilità effettive di sviluppo. Nonostante la centralità dell’Italia nel Mediterraneo, siamo sempre più ai margini degli scambi internazionali: allora occorre fare di più, meglio e in fretta”.
In particolare, per Sangalli ha parlato di grandi opere nei valichi alpini, ammodernamento della rete viaria e ‘cura del ferro’, fino alle autostrade del mare. E sono anche urgenti “misure per sostenere lo sviluppo delle compagnie che eseguono servizi di cabotaggio nazionale“.