Interporto di Padova: dal Mit un contributo di oltre 4mln di euro per completare il Terminal Intermodale
L’Interporto di Padova ha ricevuto un contributo di quasi 4,5 milioni di euro dal MIT nell’ambito del bando per il completamento della rete nazionale degli interporti del 22 giugno 2020.
Il contributo va a finanziare una serie di iniziative di completamento delle funzionalità del Terminal Intermodale con particolare riferimento all’ automazione delle operazioni di carico/scarico delle unità di carico intermodale (container, semirimorchi e casse mobili) all’adeguamento e potenziamento dell’infrastruttura ferroviaria che collega il fascio di binari del Terminal alla stazione RFI di Padova Interporto, alla realizzazione di ulteriori aree di sosta sicure per gli autotrasportatori e all’adeguamento delle infrastrutture per il ricevimento e la gestione di unità di carico refrigerate.
L’intervento per il quale Interporto Padova Spa ha ottenuto il contributo riguarda una delle tre fasi del Masterplan 2020, già avviato nel corso di quest’anno e va a completare il percorso di sviluppo già riconosciuto e sostenuto in questi anni anche a livello europeo che ha interessato il Terminal Intermodale, oggi dotato di 4 gru elettriche a portale, binari da 750 metri utili, e un nuovo gate d’accesso stradale automatizzato.
Nel 2019 il ministero dell’Economia e delle Finanze aveva messo a disposizione 45 milioni a valere sul Fondo per gli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese; lo scorso 22 giugno il MIT ha pubblicato l’avviso per la presentazione dei progetti per i quali gli interporti chiedevano il finanziamento, che copre il 60% dell’investimento previsto, e il 3 novembre scorso la Commissione Ministeriale incaricata di vagliare le domande ha concluso il suo lavoro.
“E’ una grande soddisfazione ricevere questo finanziamento che conferma la qualità dei progetti di crescita infrastrutturale e gestionale del nostro Interporto – ha sottolineato il presidente di Interporto Padova Sergio Gelain -. Una strategia che, ricordo, ci ha permesso di ottenere due finanziamenti sequenziali (unico caso in Europa di finanziamento concesso ad un unico beneficiario) da parte del Programma CEF (Connecting Europe Facility) che ci ha assegnato 4,4 milioni di euro a fronte di un nostro piano di investimenti per oltre 22 mln di euro destinato a sviluppare le attività intermodali. Questo contributo ci aiuta nel proseguire il nostro piano che vuole confermare il ruolo di Interporto Padova, già annoverato come Nodo Core della rete europea dei trasporti TEN-T. Anche il nuovo Piano Regionale dei Trasporti, da poco approvato, individua Interporto Padova come struttura cardine per il trasporto merci, strategicità confermata anche dalla recente firma dell’ Addendum al Protocollo di Intesa per la concretizzazione degli interventi e per l’avvio dei conseguenti approfondimenti funzionali e progettuali per la valorizzazione del nodo ferroviario di Padova tra Ministero dei Trasporti, Regione Veneto, Comune di Padova, Rete Ferroviaria Italiana e FS Sistemi Urbani”.
Il direttore generale di Interporto Padova Roberto Tosetto spiega: “La strategicità del trasporto ferroviario e di quello intermodale in particolare, è emersa in modo evidente proprio nel periodo del lockdown e la domanda di trasporto merci su rotaia è in crescita. Noi, anche grazie a questo contributo, siamo in grado non solo di rispondere positivamente alla richiesta degli operatori del settore, ma guardando al futuro, abbiamo impostato un piano di sviluppo che poggia sulla digitalizzazione e sull’automazione. Le infrastrutture sono importantissime, ma gestire tutte le informazioni che riguardano i treni, i camion, i container attraverso procedure digitali di ultima generazione e automatizzare il più possibile le operazioni di carico e scarico, permettono un recupero di efficienza e di capacità di movimentazione altrettanto importanti. Questo ci ha già permesso di allargare l’attività del nostro terminal al traffico dei semirimorchi, con relazioni verso il centro-nord europa, e ci permette di rafforzare le connessioni intermodali con il sud Italia. Una possibilità quindi di maggiore connessione e accessibilità ai traffici merci da e per i territori del nostro Paese con una modalità di trasporto, che dobbiamo ricordarlo, è tra quelle più sostenibili da un punto di vista ambientale”.