Logistica: cala il numero di imprese e mancano addetti. Eppure l’indice è ancora positivo
I dati dell’’Osservatorio Contract Logistics “Gino Marchet” del Politecnico di Milano.
Una sfida che negli ultimi anni ha incontrato molti ostacoli. È quella della logistica. Sfida ancora tutta da affrontare con dati che, seppure presentano preoccupazioni su alcuni fronti, come il calo del numero di imprese e la ormai cronica carenza di personale, hanno anche risvolti positivi visto che il settore continua a crescere anche nel 2023.
A fornire un’analisi molto esaustiva è l’Osservatorio Contract Logistic Gino Marchet del Politecnico di Milano che ha presentato la sua ricerca oggi – 15 novembre – nell’ambito del convegno “Logistica: Strategia e Attrattività fa(ra)nno la differenza” che si è tenuto al MiCo – Milano Congressi.
Ma quali sono stati i fattori che hanno influenzato il mercato della logistica, in particolare di quella italiana? L’aumento dei costi energetici, che finalmente pare essersi arrestato, l’aumento dei canoni di locazione e lo squilibrio tra domanda e offerta. A tutto ciò si è aggiunta la carenza di personale nel comparto, soprattutto di quello femminile.
I dati degli ultimi anni
Così se nel 2021 la crescita era stata del 16,8% raggiungendo circa 100 miliardi di euro, pur continuando il trend positivo le percentuali di crescita sono state minori sia nel 2022 (con + 6,4% e 106 miliardi) che nel 2023, anno questo in cui il comparto logistico italiano raggiungerà i 112 miliardi di euro con una crescita di solo il 5,5%.
La terziarizzazione ha raggiunto a fine 2021 il 45,3% del valore delle attività logistiche in Italia (135,4 miliardi di euro), a fronte di un valore del mercato della Logistica conto terzi (cioè il fatturato diretto ai soli clienti) pari a 61,3 miliardi di euro, +20,8%.
Il dato forse più preoccupante è però quello della carenza di organico: in Italia mancano 60mila lavoratori, e solo il 20,4% dei lavoratori del settore è rappresentato da donne.
È poi calato il numero delle imprese con la scomparsa soprattutto delle più piccole. Intanto si è accorciata la filiera con rapporti sempre più diretti tra committente e fornitore di servizi logistici.
Se le operazioni di acquisizione nel 2021 erano state ben 24, calando poi a 15 nel 2022 e a 14 nell’ultimo anno, sono però cambiate le “dimensioni” del fenomeno con un aumento progressivo di rilevanza delle singole operazioni in termini di dimensioni delle aziende acquisite e degli operatori coinvolti.
Insomma meno imprese ma più grandi e strutturate.
Le proposte dell’Osservatorio per affrontare la sfida
“Per rispondere, servono strategie chiare delle aziende committenti e dei fornitori di servizi logistici, – ha spiegato Marco Melacini, direttore Scientifico dell’Osservatorio Contract Logistics – con una direzione comune: migliorare l’attrattività delle aziende e del settore. Mai come oggi il capitale umano è fondamentale e l’innovazione deve ridisegnare i processi in modo human-centric, in una prospettiva di sostenibilità sociale, oltre che economica e ambientale”.
“Per affrontare la scarsità di manodopera, è necessario far comprendere quanto la Logistica sia strategica per il Paese, investire sull’innovazione tecnologica e digitale, puntare sul wellbeing, ossia l’attenzione verso il lavoratore in termini di salario, premi di produttività, work-life balance. È necessario rafforzare la presenza femminile, l’integrazione di persone di nazionalità e culture diverse e puntare sulla qualità del luogo di lavoro e sul tema della competizione leale” – ha aggiunto Damiano Frosi, Direttore dell’Osservatorio Contract Logistics.