Logistica, Cnel: audizione del Presidente della Consulta
Partenariato pubblico privato per la realizzazione delle infrastrutture urgenti, authority per il settore dei trasporti, riesame della politica degli incentivi per le diverse modalità, autonomia finanziaria pluriennale per le autorità portuali, liberalizzazione del trasporto pubblico locale e apertura completa del mercato ferroviario. Sono queste le indicazioni per la politica dei trasporti per il prossimo decennio emerse durante l’audizione del Presidente della Consulta dell’autotrasporto, Bartolomeo Giachino, al Cnel lo scorso 20 luglio.
Il sottosegretario ai Trasporti, che ha firmato il piano della Logistica con l’intenzione di tagliare le diseconomie dell’attuale sistema pari a circa 4 miliardi di euro all’anno, ha esposto di fronte alla quarta commissione (Infrastrutture e logistica) di Viale Lubin i piani del Governo sulle maggiori tematiche dei trasporti.
“Il 2011 – ha chiarito Giachino – si configura come anno cerniera tra un decennio, quello che va dal 2001 al 2010 del “fare” ed il prossimo decennio, quello che va dal 2011 al 2020, che si caratterizzerà come decennio del “fruire”. Dobbiamo, quindi, non tanto prevedere procedure selettive di nuovi interventi, di nuovi progetti ma dovremo misurare le reali ricadute che gli interventi programmati, progettati e in molti casi appaltati, producono sulla offerta logistica del Paese”. In primis, è stato ricordato l’impatto sulle infrastrutture della Legge Obiettivo che ha messo in cantiere molte opere pubbliche, tra cui le metropolitane di molte città, il corridoio Tirrenico, la variante di valico, la Brebemi, solo per citarne alcune. Per accelerare la realizzazione di altre infrastrutture in un momento di grave crisi economica, l’esponente del Governo ha ricordato la possibilità di partnership con i privati. “Senza dubbio – ha detto Giachino – lo strumento del partenariato pubblico privato rimane l’unico riferimento per costruire prodotti finanziari capaci di coinvolgere capitali privati ed attuare così opere “calde”. In tal modo le risorse pubbliche potranno essere canalizzate solo per opere “fredde”.
Altri “motori” pensati per dare la scossa al sistema trasportistico del Paese sono, secondo le risposte fornite durante l’audizione, le liberalizzazioni del trasporto ferroviario e del Tpl e il riesame degli attuali inventivi, prevedendo un meccanismo premiale basato sulla domanda e non più sull’offerta come è stato fatto per il “ferrobonus”. Infine, grande sostegno all’indipendenza dei porti, già prevista nel ddl di riforma, e alla costituzione di un’autorità per i trasporti.