Lombardia, al traffico merci manca un interporto
Una merce su cinque, in Italia, passa per la Lombardia, ma alla regione mancano le infrastrutture necessarie. Una condizione drammatica. Nonostante il 20,1% del traffico merci internazionale italiano sia trattato dalla Lombardia, questa regione non ha un interporto, cioè un nodo per il trasporto internazionale via camion, il trasporto ferroviario, le autorità doganali e la distribuzione nazionale delle merci.
L’Emilia Romagna, viceversa, è la regione più attrezzata del Nord, con oltre 9,3 milioni di metri quadrati fra centri intermodali, terminal ferroviari, portuali e aeroportuali. Segue il Veneto (7,7 milioni di metri quadrati) e il Piemonte (5,5 milioni di metri quadrati).
A fare il punto della situazione è stato il convegno “Smile, sistema Milano e Lombardia in Europa” organizzato da Aim, Università Bocconi, Politecnico di Milano e Università Cattolica.
L’inefficienza di questa distribuzione degli spazi – è emerso durante il seminario – implica un uso eccessivo, non solo in Lombardia, del mezzo stradale, un sovraccosto logistico per i caricatori e una pesante produzione di esternalità negative: congestione, inquinamento e incidenti. Del resto nell’Italia settentrionale si contano oggi 32 milioni di metri quadrati di superficie intermodale e nei prossimi cinque anni ne sono in progetto altri dici milioni con una crescita prevista del 31%.
Milano e la Lombardia sono invece l’area dove si concentra il 30% (4,75 milioni di metri quadrati) degli spazi del Nord destinati al deposito, conservazione e distribuzione delle merci.
Nell’area milanese dal 1996 a oggi sono stati realizzati immobili a uso logistico per circa tre milioni di metri quadrati. I 920 depositi dell’area milanese rappresentano per la loro dislocazione “un’evidente patologia”, un “effetto morbillo” con “grande dispersione” e problemi, ma anche opportunità, per la logistica urbana. “La raccolta e la distribuzione delle merci nell’area milanese – si è detto – sono in buona misura inefficienti a causa delle piccole dimensioni delle imprese e delle loro scarse potenziali organizzative e innovative. Razionalizzando la localizzazione e la gestione dei flussi si recupera, invece, efficienza economica e urbana”.
Oggi, ha fatto notare l’assessore alle Infrastrutture della Regione Lombardia, Raffaele Cattaneo, il trasporto su rotaia delle merci sotto i 500 chilometri non è conveniente; e per cambiare la situazione servono infrastrutture migliori, ma anche che le imprese del settore facciano la propria parte. D’altro canto, il rappresentante del Pirellone ha auspicato che vengano utilizzati meglio i poli lombardi di Segrate, Busto Arsizio, Mortara e Bergamo. Oltre al nodo piemontese di Novara, che rappresenta la vera “risposta strutturale” alle carenze lombarde.