Mobilità e logistica sostenibili: a Roma l’incontro sul nuovo Documento di indirizzo strategico
Si è svolto oggi a Roma, presso il Campus Luiss, l’incontro di approfondimento sul nuovo Documento di indirizzo strategico per la mobilità e la logistica sostenibili, promosso dal Ministero per le infrastrutture e la mobilità sostenibili, frutto anche del percorso di incontri e condivisione con gli stakeholder.
Durante l’evento sono stati condivisi, in differenti aule tematiche, temi e contenuti dei capitoli che compongono il Documento e raccolti gli interventi degli stakeholder presenti.
Al centro dei lavori, lo sviluppo sostenibile come contesto di crescita economica del Paese, in linea con l’Agenda 2030 tracciata dall’Onu e con il Next Generation EU.
“Oggi segniamo una tappa del percorso di elaborazione del Documento di indirizzo strategico, basato su strumenti flessibili di programmazione e pianificazione, in grado di cambiare in funzione della realtà – ha detto il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini -. Il Paese ha bisogno di un’idea di futuro e l’Europa attraverso i suoi programmi ha messo nero su bianco le sue strategie. Abbiamo ipotizzato un percorso di lavoro lungo 10 anni per cambiare l’Italia, con un programma preparato da esperti. La mobilità sostenibile è indispensabile alle persone, alle imprese, a tutto il Paese ma anche al resto del mondo”.
Per Salvatore Rossi, coordinatore dei lavori per la redazione del documento “questo testo deve essere dinamico e flessibile e deve proiettarsi il più possibile nel futuro e individuare delle linee di tendenza. L’interesse pubblico italiano in questa fase storica è che l’Italia torni a uno sviluppo economico intenso attraverso un percorso sostenibile. L’Italia è ancora una grande economia ed è competitiva con le altre nazioni, ma potremmo esserlo molto di più. Abbiamo perso la capacità di tenere il passo”.
Ai lavori è intervenuto anche Ennio Cascetta, presidente del Comitato Scientifico redazione documento, che ha parlato di un quadro sistematico e originale dello stato di trasporti e logistica che raccoglie una quantità enorme di informazioni utili. Cascetta ha sottolineato il problema persistente dell’uso dell’auto privata in Italia rispetto al trasporto collettivo: 38 mln di italiani si spostano ogni giorno e percorrono 50 km, per lo più nelle aree metropolitane poiché prevale la mobilità di breve raggio. Poi ci sono gli spostamenti sull’alta velocità tra le grandi città. La mobilità post covid è in recupero ma non ha ancora ritrovato i livelli precedenti.
Sul fronte merci su strada, è stato rilevato che si spostano 90mld di veicoli km ogni anno tra camion e furgoni: l’Italia ha sviluppato il suo asse industriale sulla rete autostradale. Una mobilità che Cascetta ha definito “hard to abate”, ovvero difficile da spostare su altri assi perché le distanze da coprire in media si aggirano sui 200 km.
Inoltre ci troviamo di fronte a una saturazione dei valichi dell’arco alpino anche a causa del reshoring, una situazione che dovrebbe essere assorbita dalla ferrovia.
Cascetta ha spiegato che la logistica è ancora lontana dalle perfomance richieste da una visione moderna, poiché continua ad essere vista solo come costo da comprimere, da delegare a terzi. Ma in base ai dati ufficiali Ispra, i trasporti nel nostro Paese pesano per il 25% sul totale delle emissioni e nel 2019 sono aumentati del 5% rispetto al 1990: il 92% delle emissioni di Co2 è prodotto dal trasporto su strada.
Una quota destinata ad aumentare: il settore privato infatti punta con vigore all’elettrificazione, ma per le merci la situazione è più complicata a causa dello sviluppo tecnologico più incerto e lento per le lunghe percorrenze. “Serve quindi una pianificazione fondata su processi decisionali partecipati e monitorati per far fronte a fenomeni dinamici non prevedibili”, ha concluso Cascetta.
Successivamente si sono riunti i tavoli di lavoro in diverse aule tematiche:
- La mobilità delle persone
- La logistica e il trasporto delle merci
- La sostenibilità e la resilienza
- L’innovazione tecnologica
- Il lavoro
- Tra stato e mercato
Il documento dedicato alla logistica e il trasporto delle merci, frutto di contributi da parte di enti come Autostrade per l’Italia, Anas, Ferrovie dello Stato ma anche del Cluster nazionale trasporti, ha evidenziato criticità e necessità della rete stradale, ferroviaria e portuale.
Lo sviluppo industriale e manifatturiero italiano si è concentrato lungo la rete autostradale, spesso entro 20 km dai caselli autostradale. Gli spostamenti logistici nazionali sono poi concentrati entro 200 km: per questo la possibilità shift modale risulta estremamente ridotta. Ma la rete ferroviaria sarebbe in grado di supportare uno spostamento consistente di merci sull’attuale infrastruttura? Problema analogo si pone per il trasporto persone, che oggi richiede a gran voce un potenziamento dei servizi.
Sui fronti trasporto ferroviario e marittimo è stata rilevata infine l’incidenza positiva di ferrobonus e marebonus.
Ecco una tabella di sintesi della ripartizione modale in Italia: