Osservatorio Contract Logistics: logistica sanitaria centrale durante l’emergenza Covid-19
Che l’emergenza sanitaria da Covid-19 abbia messo in evidenza il ruolo essenziale dei trasporti e della logistica per il sostentamento del Paese è risaputo. Ci sono specifici comparti, poi, che sono stati ancora più incisivi di altri, come quello legato al mondo dell’Healthcare, su cui si è soffermato l’osservatorio Contract Logistics Gino Marchet del Politecnico di Milano in un’indagine in collaborazione con il consorzio Dafne.
La logistica del settore Healthcare nel primo quadrimestre del 2020 ha fatto registrare, rispetto allo stesso periodo del 2019, una crescita del 5,5% nelle spedizioni e del 12,2% dei prodotti gestiti, il che ha permesso di garantire la continuità di forniture anche nelle zone rosse.
A crescere sono stati soprattutto i volumi gestiti a temperature rigide, destinati a continuare il trend in salita vista la necessità di distribuzione dei vaccini. Già fra 2018 e 2019 si registrava un incremento dall’1% al 2% dei prodotti movimentati a temperature sotto lo zero e dal 9% all’11% di quelli gestiti fra 2° e 8°, anche se resta maggioritaria la quota di prodotti distribuita a temperature comprese fra 9° e 25° (85% nel 2019).
Anche nel settore Halthcare, visti i sempre maggiori flussi che arrivano nelle farmacie dai magazzini dei depositari e la recente consegna a domicilio dei farmaci, è cresciuto l’ultimo miglio.
Una crescita costante
La logistica Healtcare, c’è da dire, aveva iniziato ad attrezzarsi anche prima dell’emergenza Covid-19. Nel comparto del farmaco quasi tutte le attività di trasporto e oltre il 90% delle attività di magazzino erano già terziarizzate, con l’affidamento di tutto il processo logistico a un unico fornitore nell’83% dei casi (Strategic Contract Logistics), mentre nella logistica ospedaliera la terziarizzazione è ancora limitata all’8% dei casi. Per migliorare visibilità e monitoraggio dei prodotti e gestione delle temperature gli operatori stanno puntando su una crescente digitalizzazione della filiera, con sperimentazioni che coinvolgono le tecnologie Blockchain e RFID, e si diffondono soluzioni collaborative per ottimizzare scorte e approvvigionamenti, oltre a materiali innovativi per il packaging.
“L’emergenza sanitaria ha portato cambiamenti e sfide significative nel settore Healthcare e la logistica rappresenta un elemento chiave per garantire livelli di servizio e sostenibilità necessari. – ha commentato Damiano Frosi, Direttore dell’Osservatorio Contract Logistics – Nonostante l’aumento dei flussi registrati durante il picco dell’emergenza, il settore ha retto e ha saputo garantire continuità di fornitura. La logistica del farmaco, in cui rientra anche la “logistica del vaccino anti Covid19”, pone ora gli operatori logistici davanti alla necessità di migliorare la tracciabilità dei prodotti, la gestione delle temperature e potenziare l’ultimo miglio e darà un’ulteriore spinta all’innovazione e alla competitività del settore”.
La geografia dei flussi logistici
La Lombardia è il punto di origine per oltre due terzi dei flussi (72%), seguita dalla regione Lazio (15,8%). Questa concentrazione si deve alla presenza nella maggior parte delle aziende farmaceutiche di modelli distributivi caratterizzati dalla coesistenza di due centri distributivi, localizzati prevalentemente in Lombardia e Lazio, per servire le regioni settentrionali e quelle centro-meridionali. Lombardia Lazio sono anche le prime destinazioni dei flussi logistici, ricevono rispettivamente il 20% e il 12% dei prodotti, seguite da Campania, Emilia-Romagna e Veneto con percentuali comprese fra il 7% e l’8%. Chiudono Basilicata, Molise e Valle d’Aosta con percentuali marginali.
La distribuzione dei flussi per canale
I flussi logistici diretti verso gli ospedali sono quasi la metà del totale (46%), un quarto raggiunge direttamente le farmacie dai magazzini dei depositari (25%), in forte crescita negli ultimi anni, il 28% arriva ai grossisti, mentre la consegna a domicilio inizia ad assumere una rilevanza non trascurabile (1%).
La maggior parte dei flussi viene gestita a una temperatura inferiore a 25° (l’85% nel 2019, -2% rispetto al 2018), ma sono in crescita i volumi gestiti a temperature più basse. È raddoppiata la percentuale di prodotti movimentati a temperature sotto lo zero (dall’1% al 2%) ed è passata dal 9% all’11% la quota di quelli gestiti fra 2° 8°, il 2% dei flussi viene distribuito sopra i 25°. Il canale ospedaliero si sta differenziando sempre di più dal canale delle farmacie perché riceve prodotti di maggior valore e a temperature più basse (2°- 8°o sotto zero), mentre alle farmacie arrivano in quota sempre più rilevante prodotti diversi dai farmaci (ad esempio alimenti per l’infanzia, integratori e cosmesi). Le condizioni di trasporto e stoccaggio che richiedono le farmacie non sono adatte per il canale ospedaliero.