Porto di Trieste: si accelera per il progetto Adria Port
Il viceministro Rixi annuncia la velocizzazione dei bandi per il dragaggio e il banchinamento dell’hub logistico
“Il governo ha l’obiettivo di consolidare lo scalo friulano come hub logistico di riferimento per il traffico merci tra Europa centro-orientale, Asia e Medio Oriente”. Sono le parole del viceministro al Mit Edoardo Rixi a margine di un incontro avuto con il vice ministro ungherese ad Affari esteri e Commercio, Levente Magyar.
Il numero due di Salvini starebbe lavorando per “sbloccare i i bandi e realizzare le opere di dragaggio e banchinamento, poiché il porto di Trieste è uno dei più importanti scali italiani e del Mediterraneo” – si legge nella nota stampa diffusa dallo stesso Rixi.
In realtà il progetto Adria Port, gestito al 100 per cento dalla società ungherese, destinato a trasformare l’area dell’ex Aquila in una piattaforma multimodale finalizzata a diventare una piattaforma logistica import-export per l’Ungheria, era stato presentato nell’ottobre dello scorso anno, ma vi si lavorava già dal 2017.
Il progetto prevede il recupero in chiave logistica, con nuove opportunità di lavoro dell’area ex Aquila, un tempo deputata alla raffineria e alla gestione degli idrocarburi: 34 ettari presso il canale navigabile, sul lato di Muggia; 650 metri di nuove banchine; 200 milioni di investimento, dei quali 45 procacciati dal PNRR per i dragaggi e il barrieramento a mare. Budapest dunque ha puntato proprio al porto di Trieste perché diventi la ‘porta’ magiara per il mar Adriatico. Il porto di Trieste già macina numeri ingenti sul fronte ferroviario, con 6-8 treni giornalieri per Budapest; e proprio sul ‘ferro’ si basa Adria Port, con un collegamento ferroviario con la stazione di Aquilinia, frutto di un recupero combinato da parte del porto e di RFI. Senza però trascurare la vicinanza all’autostrada e dunque il trasporto via gomma. La flessibilità trasportistica di Adria Port si riflette inoltre nella diversità di navi che potranno attraccare presso il canale navigabile: dalle navi bulk carrier, alle navi container, al ro-ro.
La zona dell’ex Aquila prevede nel progetto iniziale la realizzazione di un tratto di banchina (250 su 700 metri) e i necessari dragaggi, per raggiungere i 12 metri di profondità necessari alle grandi navi. Tra sei mesi la prima fase di lavori dovrebbe partire.