Sicurezza sul lavoro: all’Interporto di Bologna la prima scuola dedicata alla formazione
Il progetto è dedicato a Yaya Yafa, ventiduenne della Guinea Bissau che il 21 ottobre 2021 morì schiacciato nel suo terzo giorno di lavoro
Apre all’Interporto di Bologna il primo centro d’Italia dedicato alla formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
Il progetto è dedicato a Yaya Yafa, ventiduenne della Guinea Bissau che il 21 ottobre 2021 morì schiacciato nel suo terzo giorno di lavoro, senza aver svolto nemmeno un’ora di formazione di ingresso.
Dopo quella data, la Città metropolitana ha varato la Carta della logistica etica firmata dalla piattaforma di Bentivoglio e da 14 delle 20 imprese più grandi presenti nel sito logistico, che rappresentano l’80% della forza lavoro per un totale di 5.000 addetti.
L’ente formatore Ial, selezionato tramite bando, ha il compito di sensibilizzare le aziende.
Più sicurezza sul lavoro grazie alla formazione
Il centro avvierà i primi corsi che, nelle intenzioni delle istituzioni, dovrebbe servire a formare i fattorini ancora sprovvisti di competenze specifiche, spesso stranieri da poco arrivati in Italia e con difficoltà anche nella comprensione della lingua.
L’opportunità è finanziata con fondi regionali affidati all’Ausl.
La scuola sarà operativa a brevissimo e sarà così organizzata: un corso è dedicato agli Rsl, i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. Poi ci sarà un workshop sul corretto utilizzo dei sensori montati su mezzi e tute per allertare in caso di pericolo.
Il centro proporrà corsi in inglese e in arabo e si attiverà anche su richiesta delle imprese per specifiche esigenze formative. Lo Ial svilupperà un’app dove consultare regole e normative.
“La formazione è la prima richiesta delle aziende”
“La norma ha grande buco, perché non prevede formazione in ingresso per i lavoratori. Non possiamo colmarlo del tutto noi, ma possiamo fare un’azione di formazione immediata su rischi specifici. Yaya non l’aveva”, spiega Claudio Arlati dello Ial, l’ente di formazione selezionato dall’Interporto.
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Il sindaco Matteo Lepore ha posto l’accento sul fatto che Bologna è la prima città in Italia che mette in campo un’iniziativa di questo genere, in uno dei settori più esposti agli infortuni, al quale si avvicinano molti lavori stranieri.
Nel 2022 l’Inail ha contato nel settore “trasporti e stoccaggio” dell’area bolognese 2.121 infortuni denunciati, di cui 1.166 riconosciuti, e 299 infortuni gravi di cui 5 mortali.
Lepore ha spiegato che all’Interporto lavorano fra le 5.000 e le 6.000 persone, ed è dunque necessaria una formazione adeguata.
“La formazione — riconosce il presidente di Interporto Marco Spinedi — è la prima richiesta delle aziende, che poi chiedono anche supporto nel trovare personale. Ci auguriamo l’Interporto diventi un laboratorio per migliorare competenze, sicurezza, produttività e, dunque, i salari”.