Stati Generali dell’economia, Confetra: tre proposte per la Logistica
“Abbiamo avuto modo di esprimere al presidente del Consiglio Conte e ai ministri De Micheli e Patuanelli il nostro apprezzamento per aver posto la Logistica al centro dell’agenda economico istituzionale del Paese. Già con l’art. 61 del Dl Cura Italia, il nostro settore è stato inserito tra le filiere produttive più strategiche per la tenuta del Paese. Anche nel Documento di Programmazione infrastrutturale Italia Veloce, la Logistica compare tra le priorità, fin dal titolo, così come ad essa sarà dedicato spazio specifico nel Piano Nazionale di Riforme richiestoci da Bruxelles. Lo stesso Piano Colao parla di intermodalità, porti, ferrovia, green logistic. Tutto ciò non era scontato, e rappresenta il riconoscimento a un comparto che – durante il lockdown e al costo di enormi sacrifici economici – ha garantito gli approvvigionamenti del Paese”. Così il presidente di Confetra, Guido Nicolini, commentando l’incontro con il Governo nel corso degli Stati generali dell’economia in corso a Roma.
L’incontro – ha aggiunto Nicolini – ha posto le basi per passare alla costruzione di azioni concrete per il settore, che Confetra auspica su tre assi principali: “C’è anzitutto un’emergenza infrastrutturale non più tollerabile: opere al rallentatore, cantieri bloccati, Genova e la Liguria paralizzate e isolate, il Mezzogiorno disconnesso, troppi porti e aeroporti con gravi problemi di accessibilità stradale e ferroviaria. C’è poi un’emergenza semplificazioni: abbiamo avanzato 20 proposte normative specifiche per rendere più fluido il flusso delle merci e più facile la vita ai vettori. Ma le nostre proposte riguardano l’autotrasporto, i corrieri, il cargo aereo, il cargo ferroviario. Oltre 400 procedimenti amministrativi in capo a 30 pubbliche amministrazioni e che generano circa 30 miliardi di oneri burocratici in capo alle aziende e alle merci. Terzo: urge una politica industriale per il nostro settore. Abbiamo 95 mila imprese, il 90% delle quali ha meno di 5 milioni di fatturato e meno di 9 addetti. La prevalenza dei contratti di trasporto è franco destino, non abbiamo né “campioni nazionali” di dimensioni globali né un tessuto vasto e solido di PMI capaci di essere leader continentali. Si investe poco in trasferimento tecnologico e innovazione, anche perché il costo fiscale del lavoro divora i nostri bilanci. Il semplice trasporto fisico della merce, a basso valore aggiunto di know how, è vittima di ribassi di tariffe insostenibili e tra l’altro esportiamo e importiamo il 70% dei volumi complessivi in un raggio di 3 mila chilometri: praticamente due volte la distanza tra Milano e Catania”.
Il “nanismo dimensionale” delle imprese – sottolinea Confetra – sottoposto inoltre a una forte pressione fiscale e in un ecosistema logistico e degli scambi tanto asfittico, rischia di far sì che il settore non abbia futuro. Questo, paradossalmente, proprio mentre il mondo – dalla Via della Seta alla Guerra dei Dazi, passando per la Brexit, la Rotta Artica, il dibattito sulle reti 5G – si riorganizza attorno alla Logistica quale pilastro dei nuovi rapporti di forza geoeconomici.
“Non sono temi affrontabili con “costi minimi”, sovvenzioni, sconti o altre proposte novecentesche che al massimo consentirebbero la stentata sopravvivenza delle nostre imprese – ha concluso Nicolini –. C’è invece bisogno di discutere di un pacchetto Servizi 4.0 che abbatta il cuneo fiscale, sostenga gli investimenti innovativi e digitali, incentivi i contratti franco destino, spinga verso le integrazioni tra imprese, supporti la capitalizzazione delle stesse, agevoli la formazione permanente e il passaggio generazionale. Questo significa pensare al futuro del comparto per i prossimi venti anni. Aspettiamo, fiduciosi, il Governo alla prova dei fatti”.