Tnt: oggi nuovo incontro al ministero del Lavoro
“Oggi al ministero del Lavoro ci sarà un incontro sulle procedure di mobilità dei dipendenti Tnt. Nella prossima riunione fissata per il 24 luglio, il ministero dello Sviluppo economico ha chiesto all’azienda di presentare un piano industriale credibile”. E’ quanto si legge in una nota della Filt Cgil dopo l’incontro di ieri tra Fit Cisl, Uiltrasporti, la stessa Filt e i rappresentanti del ministero dello Sviluppo economico sulla mobilità di 854 dipendenti decisa dall’impresa di logistica.
Il segretario nazionale della Fit Cisl Pasquale Paniccia ha sottolineato che “il Ministero dello sviluppo, unitamente al Ministero dei trasporti, ha manifestato l’interesse per il mantenimento dell’attività di Tnt in Italia. Quindi c’è identità di vedute tra i dicasteri e le organizzazioni sindacali sul no alla chiusura di 24 filiali in Italia e alla delocalizzazione e il sì a un piano industriale serio che impedisca gli 854 licenziamenti”.
Il segretario generale della Uiltrasporti Claudio Tarlazzi ha evidenziato che “in questo contesto economico preoccupante è inaccettabile la chiusura di 24 filiali e il processo di delocalizzazione, con trasferimento di attività in Polonia, che porterebbe alla riduzione del personale e alla perdita di importanti pezzi di produzione in Italia”.
Il segretario nazionale della Fit Cisl Pasquale Paniccia ha sottolineato che “il Ministero dello sviluppo, unitamente al Ministero dei trasporti, ha manifestato l’interesse per il mantenimento dell’attività di Tnt in Italia. Quindi c’è identità di vedute tra i dicasteri e le organizzazioni sindacali sul no alla chiusura di 24 filiali in Italia e alla delocalizzazione e il sì a un piano industriale serio che impedisca gli 854 licenziamenti”.
Il segretario generale della Uiltrasporti Claudio Tarlazzi ha evidenziato che “in questo contesto economico preoccupante è inaccettabile la chiusura di 24 filiali e il processo di delocalizzazione, con trasferimento di attività in Polonia, che porterebbe alla riduzione del personale e alla perdita di importanti pezzi di produzione in Italia”.