Trasporto intermodale: container e sollevamento verticale le opzioni migliori per il trasbordo secondo uno studio della Commissione Ue
Il Green Deal europeo prevede il ricorso al trasporto intermodale per una parte sostanziale del 75% delle merci interne trasportate oggi su strada, che dovrà essere spostato su rotaia e vie navigabili. La parte più lunga del viaggio verrà effettuata su ferrovia o sull’acqua, mentre solo il primo e l’ultimo miglio rimarrà su strada. Una modalità che richiede strutture e tecnologie di trasbordo efficienti, che rendano lo spostamento delle unità di carico tra le diverse modalità rapido ed efficiente in termini di costi.
Nello sforzo che sta mettendo in atto per rinnovare il quadro esistente in Europa in materia di politica del trasporto intermodale, la Commissione europea ha pubblicato un rapporto che confronta le prestazioni di diverse tecnologie di trasbordo intermodale in combinazione con varie unità di carico.
Lo studio mette in luce quali combinazioni sono più utilizzate, quanto sono efficienti in termini di costi e tempi e quali sono disponibili e qual è il loro potenziale futuro.
Vengono analizzate anche la capacità disponibile e le limitazioni dei terminali sulla rete TEN-T.
Il container è l’unità di carico più economica
Lo studio conclude che, in generale, le tecnologie standard di trasbordo verticale (gru a cavalletto/reach stacker) in combinazione con i container diventano competitive con il trasporto esclusivamente stradale a distanze di circa 1000 km.
Allo stesso tempo, guardando attraverso la lente delle prestazioni ambientali, già a 600 km la maggior parte delle catene di trasporto intermodale avrebbe costi esterni inferiori rispetto al trasporto esclusivamente stradale.
Il container è l’unità di carico più economica e il sollevamento verticale è più efficiente del trasbordo orizzontale, anche per i semirimorchi, mentre alcune tecnologie innovative che possono sollevare più unità di carico contemporaneamente possono ridurre i tempi di movimentazione nei terminal.
La maggior parte (60-80%) della capacità di trasbordo nell’UE è fornita da tecnologie di trasbordo verticale, seguite da navi Ro-Ro (20-35%). Solo il 2% circa della capacità di trasbordo è oggi eseguita con altre tecnologie.
Interventi di adeguamento strutturale in Italia, Francia e Spagna
Dal rapporto emerge il fatto che entro il 2030 la capacità di trasbordo nell’UE non sarà sufficiente per soddisfare la domanda di espansione pianificata della capacità della rete. Pertanto, la disponibilità di terminal attraverso la rete di trasporto transeuropea (TEN-T) richiede ulteriori investimenti e un’attenta pianificazione, considerando che devono essere disponibili soluzioni di trasbordo compatibili in entrambe le estremità di una tratta ferroviaria/navigabile.
Inoltre, su molte parti della rete TEN-T, sono necessari interventi di adeguamento strutturale per consentire il trasporto di semirimorchi su treno.
La maggior parte degli aggiornamenti sono necessari in Spagna, Francia e Italia, che insieme rappresentano il 75% di tali sezioni.
L’investimento necessario per la rimozione di queste limitazioni di rete (sagoma di carico per semirimorchi, terminal con tecnologia specifica) è valutato in circa 7,7 miliardi di euro secondo lo scenario di medio raggio.
La Commissione auspica che i risultati dello studio possano fungere da guida per gli Stati membri, chiamati a uno sforzo per completare la rete centrale TEN-T entro il 2030 e, rispettivamente, nel 2050 per la rete globale.