02-01 – Agenti marittimi, un 2012 prudente (Shippingonline.ilsecoloXIX.it)
Agenti marittimi, un 2012 prudente
Genova. «Nel 2009 ci avevano detto che sarebbero stati necessari cinque anni prima di tornare ai livelli pre-crisi. Poi è arrivato il 2010, un anno a dir poco eccezionale, e ci siamo illusi che la crisi fosse finita. Diciamo che il 2011 è servito a riportarci con i piedi per terra…».
È stato davvero un anno difficile, quello che si conclude oggi, per le agenzie marittime genovesi, che da sempre rappresentano il più attendibile dei termometri dello stato di salute dello shipping italiano. Giovanni Cerruti, che di Assagenti è presidente, non lo nasconde: «I dati di traffico, nel caso del porto di Genova, sono senza dubbio positivi. Ma non dobbiamo dimenticare che la redditività, quest’anno, è scesa quasi ai livelli minimi. Sul fronte container alcuni mercati hanno fornito risultati più che buoni: penso al Sud Africa, o al Sud America. Ma sulle rotte più importanti, quelle per l’Asia, le compagnie sono andate sistematicamente in rosso. Oggi coprire i costi del trasporto di un container è quasi impossibile». I numeri sono impietosi. «Nel 2010 – spiega Cerruti – muovere un contenitore sulla rotta Asia-Med costava 3.500 dollari. Oggi ne bastano 1.000. E nel caso delle rinfuse, sia liquide che solide, la situazione è ancora più drammatica. Navi che costano 40.000 dollari al giorno si trovano sul mercato a 5.000. La flessione media, in un anno, è stata del 60%. E le agenzie ne hanno pagato direttamente le conseguenze». La speranza è che nel 2012 si possa tornare, se non altro, a una situazione di equilibrio. «Credo che oggi l’obiettivo più ragionevole, per le agenzie genovesi, debba essere il mantenimento dei livelli occupazionali dell’anno che sta per chiudersi. Negli ultimi mesi Assagenti si è preoccupata essenzialmente di questo, fornendo agli associati la consulenza necessaria, per esempio, per l’accesso agli ammortizzatori sociali. Le prospettive di mercato? È difficile capirlo. Qualcuno afferma che la crisi porterà l’enorme vantaggio di fare saltare i concorrenti: questione di punti di vista. Per quanto mi riguarda preferisco auspicare per tutti, dai colossi alle piccole aziende, la fine del momento difficile». Assagenti, in ogni caso, si prepara a gestire un 2012 che si preannuncia non facile. «Ci concentreremo sulla formazione, sulla consulenza e sul dialogo con gli altri operatori – dice Cerruti – L’utilità di un’associazione di categoria si misura soprattutto nei momenti di crisi: la nostra struttura ha dimostrato, fino ad oggi, di essere all’altezza delle aspettative degli associati». Con la non trascurabile eccezione di Maersk, che da Assagenti, con un gesto clamoroso, ha preferito prendere le distanze. «Mi sono già pronunciato su questa decisione – taglia corto Cerruti – Maersk è uscita dall’associazione e lo ha fatto legittimamente. Noi restiamo convinti che fra non molto, quando magari non sarò più presidente, lo strappo si potrà ricucire. Assagenti non è un inutile circolo di piccole aziende: è un soggetto che mette a disposizione degli iscritti professionalità ed esperienza. Il corso Domenico Papagno, per citare la prima iniziativa che mi viene in mente, da trent’anni forma il personale delle aziende associate: credo che nessuno si sia mai lamentato della qualità degli insegnamenti». Il 2012, per l’associazione degli agenti marittimi, sarà anche l’anno dell’attesa pronuncia dell’Antitrust sul presunto “cartello” organizzato a Genova con la complicità degli spedizionieri. «Abbiamo la coscienza a posto – commenta Cerruti – Gli accordi con Spediporto sono talmente trasparenti che sono finiti sui giornali. Se avessimo voluto “barare” non avremmo certamente parlato con la stampa».
Francesco Ferrari