Aeroporto di Bologna: ennesima vittima sul lavoro
Operaio schiacciato sulla pista a dove stava lavorando da un mezzo della sua stessa ditta
La tragedia, l’ennesima di questi giorni, si è consumata alle tre del mattino.
Un operaio che stava lavorando al rifacimento del manto stradale sulla pista dell’aeroporto Marconi di Bologna è rimasto schiacciato da un mezzo della sua stessa ditta, probabilmente in retromarcia, ed è morto.
Si tratta di Alfredo Morgese, un cinquantaduenne che lavorava per un’azienda di Modena, la Frantoio Fondovalle. Sul posto la Polaria, il 118 con ambulanza e automedica e la Medicina del lavoro, per i rilievi. Non è ancora chiaro se l’operaio sia morto per le conseguenze dello schiacciamento o per un arresto cardiaco di poco successivo.
Il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, nell’esprimere il cordoglio alla famiglia ha commentato: “È l’ennesimo episodio di morte sul lavoro che si verifica nel nostro Paese. Le autorità competenti accerteranno ora le responsabilità per questo episodio. Ma occorre l’attenzione e l’impegno di tutti affinché questa piaga cessi, con maggiori investimenti sulla formazione e la sicurezza sul lavoro e lavorando sia a una nuova cultura del lavoro sicuro sia all’innovazione tecnologica nei dispositivi di prevenzione”.
Questa la nota rilasciata dalla società Aeroporto G. Marconi di Bologna: “Nella notte, durante un intervento programmato di manutenzione della pista di volo, un autista dell’impresa incaricata dei lavori è rimasto schiacciato da un mezzo in movimento guidato da un collega e, malgrado l’intervento immediato dei soccorsi e del medico del 118, è deceduto” ò- che prosegue – “Aeroporto di Bologna esprime profondo dolore per il tragico episodio e la propria vicinanza ai familiari e ai colleghi della vittima, un autista italiano cinquantenne. La società fornirà la più ampia collaborazione alle autorità per fare luce sull’accaduto”.
Durissima la nota del Sindacato generale di base Emilia Romagna (Sgb): “Forte è lo sgomento e anche la rabbia per l’ennesima vittima sul lavoro in quella che è ormai una strage quotidiana e permanente di lavoratrici e lavoratori che non ha più fine. Donne e uomini le cui vite sono sacrificate sull’altare del profitto e della sua ottimizzazione a ogni costo”.
“Un meccanismo perverso – prosegue il comunicato – che causa 3 morti al giorno e che si alimenta con la disumana e diffusa dottrina dello sfruttamento che genera repressione dei diritti, salari da fame, ricatto e condizioni di lavoro indecenti, precarietà continua, assenza totale di una cultura della sicurezza e della tutela della salute di chi lavora. Il tutto nel disinteresse politico e istituzionale sempre pronto a cadere nella stucchevole retorica, condita di appelli opportunistici, all’indomani dell’ennesima tragedia sul lavoro, laddove una lavoratrice o un lavoratore uscito di casa per andare a lavorare non vi fa più ritorno”. E auspicando al più presto l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro per la sicurezza dei lavoratori Sgb annuncia che il tema sarà al centro dello sciopero generale previsto per il 20 ottobre.