Conferenza Esri 2017: le piattaforme geografiche al servizio del trasporto 4.0
Integrazione delle piattaforme verticali orientate all’Internet of Things, sistemi BIM, logistica integrata e sincronismi del trasporto pubblico sono alcuni dei temi al centro nella Conferenza Esri 2017 in corso a Roma. Nell’ambito del trasporto, la tecnologia delle piattaforme geografiche è significatamente impegnata nel progresso dell’innovazione. Per quanto riguarda i casi reali, il dibattito si è acceso grazie a relatori provenienti dalle amministrazioni per la gestione della logistica e della mobilità e aziende coinvolte nel mercato in crescita; sono state illustrate le diverse componenti della trasformazione in atto nei segmenti ferrovie e mobilità urbana.
In particolare, in tema di smart roads, la Presidente di TTS Italia Rossella Panero ha illustrato il trend di sviluppo della nuova disciplina The Science of Where applicata al trasporto urbano. “Gli stakeholder del trasporto sempre di più utilizzano tecnologie per declinare il concetto smart mobility attraverso i sistemi ITS. – ha dichiarato – Lo studio del mercato condotto da TTS Italia ha portato dati interessanti e positivi per le aziende che operano nel settore. Il mercato dei sistemi ITS dal 2005 al 2015 si è triplicato: da 500 milioni di euro di investimenti a 1.500 milioni. Il trend per gli anni futuri, intercettando un arco 2014-2020 è ancora molto significativo: media annua di circa il 10% con relative ricadute positive a livello occupazionale. Si vedono importanti prospettive per gli investimenti pubblici. I piani operativi regionali e nazionali per le aree metropolitane, reti e mobilità sono tutte differenti fonti utili di finanziamento a sostegno di questo fenomeno.
Dall’intervento della dott.ssa Panero è emerso inoltre che per le smart road le piattaforme geografiche sono un ingrediente fondamentale. Partendo dal concetto di smart mobility, il panorama è profondamente diversificato e impone di rispondere a una domanda di mobilità e possibilità di scelta molto ampia e crescente (ad esempio il car sharing e car pooling hanno una forte componente tecnologica). L’infomobilità è stata percepita come un’altro aspetto fondamentale per rendere libere le scelte di trasporto delle persone. Si sta lavorando soprattutto per uno sviluppo coerente dei sistemi di accesso e di pagamento per i servizi. La componente geografica – sia su smartphone sia per computer – in tutte le sue declinazioni è un ingrediente fondamentale per arrivare a risultati concreti in tal senso.
Si è parlato poi di Big data come strumento di sviluppo per soluzioni all’avanguardia nei trasporti. Stella Silvestri, Sr. Manager Sales di TomTom Maps, ha illustrato i metodi con cui un’azienda importante si sta evolvendo nella produzione e distribuzione di software oltre che di hardware. “Pretendiamo di avere informazioni sempre più aggiornate e rapide. Il mondo sta cambiando. – ha dichiarato Silvestri – Rendere disponibili aggiornamenti dinamici, ad esempio con la selezione, negli aggiornamenti, solo di info cartografiche che si sono modificate è diventata quasi una necessità. TomTom gestisce una raccolta dati in un arco di 2-5 secondi e, nel giro di 2 minuti, aggiorna in tempo reale tutte le flotte dislocate nel mondo. Ormai si è raggiunta un incredibile disponibilità di applicazioni e forniture software nel settore automotive. Il traffico in tempo reale viene gestito con i big data. I nostri sistemi ci permettono di renderli utili per calcolare in anticipo ad esempio l’arrivo in un determinato punto. Tom Tom traffic in tal senso è un cloud utilissimo e accurato per una copertura al 100%”.
Il trasporto ferroviario e l’intermodalità ferro-gomma è stato oggetto dell’intervento di Ahmed Belaidini, Harris Corporation France e del Presidente FerCargo Giancarlo Laguzzi.
Il caso della Francia, portato all’attenzione da Belaidini, fotografa una situazione di grande sviluppo per Snfc Roseau, che punta a implementare le infrastrutture, ferrovie, costruzioni, impianti semaforici e tutto ciò che serve per il trasporto e il segnalamento ferroviario. Il compito della società francese è quello di svilupparle e mantenerle proiettando nel futuro tali infrastrutture; tenendo conto sopratutto del cambiamento climatico e di tutte le conseguenze che ne comporta. Completa osservazione della terra, clima per i servizi meteo, soluzioni intelligenti per il traffico attraverso i dati gps, soluzioni avanzate per quanto riguarda i sensori e analisi delle informazioni: queste sono solo le principali sfide che si stanno affrontando. “Tutto ciò che tecnologicamente ci circonda è il risultato di appositi sensori, – commenta Belaidini – che aggiornano costantemente gli archivi dati. La miriade di informazioni raccolte hanno bisogno di essere comprese e tradotte. L’ETCS (European Train Control System) garantisce in tal senso un sistema di controllo comune che permette ai treni di attraversare le frontiere e farlo in sicurezza. Questo programma è promosso dalla Commissione UE e ha come obiettivi principali incrementare la competitività del settore ferroviario, far rispettare la sicurezza, migliorarne l’interoperatività per i servizi merci e passeggeri, ridurre i costi e mantenere un livello qualitativo adeguato”.
A conclusione Giancarlo Laguzzi ha aggiunto: “Oggi le imprese Fercargo in Italia fanno il 45 % dei treni merci e in ambito internazionale oltre il 60%. Il mercato è ormai liberalizzato. Su spinta della Commissione europea si è proceduto alla creazione di una rete comune con l’ottica di separare chi fa infrastruttura da chi fornisce il servizio di trasporto merci. Ogni paese in passato aveva sue attrezzature, diverse le une dalle altre. Oggi grazie alle locomotive interoperabili sono cambiate le regole del gioco. Di sistemi di segnalamento e cattura-energia ne esistono 3 diversi ad esempio, montati tutti insieme su determinati tipi di locomotive. Al confine però cambiano gli equipaggi. Si sta lavorando appunto sul rilascio di patenti europee per i macchinisti”.
“Non esiste ancora – ha proseguito Laguzzi – un sistema internazionale di tracciamento. Il futuro in Italia sembra essere il trasporto intermodale. I volumi si sono incrementati del 20%. Da una parte il traforo del Gottardo e dall’altra l’ampliamento di Suez ci hanno messo – a costo 0 – al centro del commercio in Europa. Sono potenzialità che vanno sfruttate. Sempre di più, da parte di chi deve trasportare merci, si concede grande attenzione alla sostenibilità ambientale ma ancor di più all’ottimizzazione dei costi del trasporto merci gomma-rotaia, che vedranno per forza uno sviluppo congiunto. Si farà un salto di qualità solo se l’intermodale sarà in grado di garantire l’efficienza nelle tempistiche che chiede il cliente e se costerà meno. La Commissione Europea, – ha concluso Laguzzi – con il Quarto Pacchetto Ferroviario sta fornendo gli strumenti per il completamento del sistema di segnalamento integrato (fine 2020). Attivati gli ultimi passaggi su come gestire le regole, sarà premura degli intermodalisti far sì che il loro servizio costi meno e sia più appetibile di un trasporto “tutto-gomma”.
Andrea Coen Tirelli