Mobilità sostenibile: Audimob, vendute 157mila bici elettriche ma il parco auto italiano è troppo vecchio
La svolta green sembra essere al centro dell’orientamento degli italiani per la mobilità post-emergenza Covid. Molto amate le e-bike, ma il trasporto pubblico rimane a margine. L’auto è ancora troppo vecchia e ha ripreso a intasare le città.
Il quadro è emerso dal 18° Rapporto Audimob sulla mobilità degli italiani, curato da Isfort in collaborazione con il CNEL e con i contributi scientifici della Struttura Tecnica di Missione del Mims, di Agens e di Asstra.
L’indagine, che prende in considerazione tutte le limitazioni alla mobilità intervenute per decreto e le nuove tendenze determinate dallo smart working, evidenzia che il parco dei mezzi elettrici è senza dubbio in forte crescita: a fine giugno 2021 si registrano oltre 83.463 auto (+57% rispetto a fine 2020, +267,2% rispetto al 2019), 18.635 ciclomotori (+12,3% rispetto a fine 2020), 12.471 scooter e moto (+32,7%), 8.352 quadricicli (+18,2%). L’immatricolazione delle auto ibride, da febbraio 2021, è superiore a quella diesel. Dato che fa conquistare all’Italia il podio in Europa, ma resta ancora in ritardo nella vendita di auto ibride plug-in (PHEV) ed elettriche pure (BEV).
Uno slancio buono ma non buonissimo, considerato che ci sono ancora oltre 12 milioni di auto vecchie che non superano lo standard emissivo Euro 3 (quasi un terzo del totale). Le alimentazioni a benzina e gasolio riguardano oltre 35 milioni di auto (quasi il 90% del totale), mentre le auto ibride sono circa 550mila e quelle elettriche poco più di 50mila. Da sottolineare tuttavia che nelle immatricolazioni 2020 la quota di auto elettriche ed ibride è stata pari a quasi il 20% del totale.
Una parte degli italiani poi, all’auto e ai mezzi pubblici, ha preferito un mezzo più ecologico, complici anche i bonus, e ha acquistato una e-bike, il cui mercato ha di fatto registrato un boom. Secondo i dati dell’Ancma, nel 2020 sono state vendute in Italia oltre 2 milioni di biciclette, di cui 280mila e-bike (pari al 14% del totale, erano appena il 3,5% nel 2015), ovvero il 17% in più rispetto al 2019 (+14% le bici tradizionali, +44% le bici elettriche). E nei primi sei mesi del 2021, di e-bike ne sono state già vendute 157.000 (+12% rispetto allo stesso periodo del 2020). Un mercato quello delle biciclette che è quindi in forte espansione.
Per la mobilità condivisa, il 2020 è stato un anno di luci e ombre. La flotta complessiva di veicoli è cresciuta del + 65% con un parco disponibile di 85mila mezzi, ma si tratta di un incremento quasi interamente imputabile ai monopattini elettrici (+35mila veicoli in un anno). Gli altri segmenti hanno registrato riduzioni sensibili.
L’auto resta il mezzo preferito degli italiani e l’autobus entra in crisi
Ma se da un lato questi dati mostrano una maggiore sensibilità per l’ambiente, il rovescio della medaglia desta molta preoccupazione: i cittadini snobbano il trasporto pubblico locale e tornano a intasare le strade con le proprie auto ai livelli pre-Covid. Insomma, l’auto resta il mezzo preferito degli italiani e l’autobus, a partire dal 2020, entra in profonda crisi: dimezzamento della propria quota modale (dal 10,8% al 5,4%) e perdita di oltre il 50% dei passeggeri. Inoltre, nelle previsioni del campione Audimob sull’utilizzo futuro dei mezzi di trasporto (indagine 2021), l’auto sembra proseguire la fase di recupero già evidente nella prima parte del 2021 (+8,8% il saldo tra quanti pensano di usarla di più nei prossimi mesi e quanti pensano di usarla di meno); dall’altro lato, ilquadro di prospettiva dei mezzi pubblici è stagnante, con la parziale e contenuta eccezione del treno (+3,4% il saldo, mentre per l’autobus è -0,2% e per il pullman -2,1%), confermando – nell’atteggiamento dei cittadini – le difficoltà di ripresa del settore.
Complici di questa crisi sono le norme di distanziamento, la paura dei contagi e infine lo smart-working che ha di fatto ridisegnato la mobilità dei cittadini. Gli smart-workers si muovono molto di più a piedi o in bicicletta (il 34% contro il 22,6% di chi lavora in presenza), molto meno con i mezzi motorizzati, sia in auto (55,6% contro 68,9%), sia con il trasporto pubblico (2,9% contro 4,6%).
E nella percezione dei cittadini intervistati c’è ancora spazio di crescita per la micromobilità, la cosiddetta “città in15 minuti”; c’è spazio di crescita per l’auto (vantaggi di comfort e sicurezza), ma sembra non esserci spazio di crescita per i mezzi pubblici.
“Lo scenario che rischia di delinearsi per il futuro – dichiara Carlo Carminucci, direttore ricerca Isfort – può e deve essere contrastato, così come la tendenza attrattiva e in-sostenibile dell’auto (inquinamento, congestione, incidentalità) può e deve essere invertita”.