Autostrade: Cantone torna sulle concessioni
Si torna a discutere dell’articolo 5 del decreto Sblocca Italia che prevede la proroga delle concessioni autostradali in cambio di nuovi piani d’investimento. Il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone, nel corso dell’audizione alla commissione Lavori pubblici della Camera di lunedì scorso, ha chiesto infatti al governo l’eliminazione della norma, ritenendo “opportuno fare una legge organica per le concessioni autostradali perché in questa materia siamo di fronte a un vero e proprio ginepraio”.
Dopo averne già evidenziato i profili di criticità, nel passato, Cantone ha sottolineato ora che il provvedimento in questione (convertito in legge l’11 novembre scorso) “rischierebbe di apparire in contraddizione con l’attività che sta per essere compiuta dal governo nell’interlocuzione con la commissione Europea”.
Tre i rilievi evidenziati: il primo è sul “meccanismo di allungamento delle concessioni” che dovrebbe prevedere una gara pubblica invece di un rinnova automatico; il secondo riguarda la questione degli investimenti: “il punto è che spesso, anzi in quasi tutti i casi, nelle concessioni autostradali c’è già un’attività di investimenti che avrebbe dovuto essere effettuato e che ad oggi per una serie di ragioni non sempre è stata effettuata per cui si potrebbe creare un meccanismo poco chiaro”, sostiene Cantone. Da chiarire, quindi, se “questi investimenti che vengono fatti oggi sostituiscono quelli di prima e si fa una sorta di regalo alle autostrade o si cumulano e in che modo”.
Infine, prosegue il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, “la norma non chiarisce affatto in che modo si può lavorare sulle tariffe”.
Da parte sua, Aiscat, l’associazione che riunisce le concessionarie autostradali, ha replicato evidenziando come la norma “nasce da un’iniziativa del Governo volta a sollecitare nuovi investimenti altrimenti non bancabili, in presenza di incrementi tariffari contenuti e non al di sopra del tasso di inflazione, e in coerenza con quanto già avvenuto o sta avvenendo in altri Paesi europei e nel pieno esclusivo rispetto del diritto europeo”.