Cicloturismo: Legambiente, il Grab per Roma vale almeno 45 milioni di euro
In Italia, crescono città “amiche” della bicicletta e attenzione alla ciclomobilità. Lo afferma Legambici, sezione di Legambiente dedicata alle due ruote a pedali, nel suo secondo rapporto sull’economia della bici in Italia. “È smentita così la sensazione diffusa che il nostro Paese sia condannato ad arrancare in coda al gruppo delle nazioni dalle evidenti virtù pedalatorie urbane e cicloturistiche. Purtroppo eccellenze e buone pratiche non sono frequenti e diffuse in maniera omogenea, ma concentrate in alcuni Comuni e in una circoscritta area geografica”.
Il documento di Legambiente si concentra sia sull’elevato valore che già oggi la mobilità ciclistica è capace di generare in alcune Regioni che sulle potenzialità economiche (e le ricadute occupazionali) future di un diverso stile di mobilità nei centri urbani. Punto di partenza è stato il PIB, ovvero il Prodotto Interno Bici, stimato dall’associazione ambientalista in oltre 6 miliardi di euro, tra effetti diretti e indiretti: vendite, cicloturismo, meno smog e costi per la sanità, meno carburante. Una cifra, prodotta da appena il 3,6 per cento della popolazione, quello che si muove su una due ruote a pedali. Sono quasi 750mila gli italiani che utilizzano regolarmente la bici negli spostamenti casa-lavoro, concentrandosi in particolare nella provincia di Bolzano, in Emilia Romagna e in Veneto. I 6 miliardi di Prodotto Interno Bici per Legambiente potrebbero essere quasi quadruplicati lavorando sullo sviluppo del cicloturismo (oggi quotato oltre 2 miliardi di euro) e della ciclabilità urbana. Calando il valore economico della bicicletta su base regionale, le differenze sono marcate.
Si va da un benefit ambientale e sanitario stimato quasi 200 euro per abitante in Emilia-Romagna ai 6 euro della Calabria (il Lazio non arriva a 10 euro). In città dove si pedala di più, ogni chilometro di ciclabile vale, banalmente, di più. Sul fronte del turismo in bicicletta, un esempio arriva dal Trentino: con 400 km di rete ciclabile realizza introiti turistici per 100 milioni l’anno. Il Piano Nazionale Ciclovie prevede nuovi tracciati (tra cui il Grab, il Grande Raccordo delle bici) per oltre 5.700 chilometri. Per Legambiente valgono quasi 1,5 miliardi di euro. Uno studio di Ancma, l’Associazione cicli e motocicli, sul Grab (45 km totali) dà un ipotetico valore di più di un milione di euro l’anno per ogni chilometro. Ricavi possono poi naturalmente arrivare migliorando condizioni, accessibilità e interconnessione degli oltre 4mila chilometri di piste ciclabili urbane. Il rapporto completo è su legambiente.it
Assieme al rapporto sul valore economico della bicicletta, Legambiente ha rilanciato anche la Dichiarazione dei diritti del ciclista urbano, presentata un anno fa sulla scorta di analoghe esperienze olandesi e spagnole. Proposta alle varie istituzioni, la Dichiarazione parte dal semplice presupposto che tutti devono poter circolare in bicicletta e che la ciclabilità, assieme alla pedonalità e al trasporto pubblico, rappresenta uno dei sostegni su cui poggia una nuova idea di mobilità. E di città. I percorsi ciclabili devono quindi essere sicuri, accessibili, funzionali, confortevoli, curati e utili. Devono, soprattutto le nuove infrastrutture, essere accompagnate da una trasformazione, meglio una riqualificazione, dello spazio pubblico. Per gli utenti della bici deve essere facile poter accedere ai parcheggi di scambio e quindi al trasporto pubblico.