Delrio: nessun definanziamento per la Salerno-Reggio e la SS 106 Jonica
“Non ci sarà nessun definanziamento per le grandi opere che riguardano l’ammodernamento dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria e della Strada Statale 106 Jonica”. Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio in risposta a una interrogazione parlamentare dei deputati Santelli e Occhiuto (FI-PdL) in merito alle recenti dichiarazioni del Presidente dell’Anas, Gianni Vittorio Armani.
”I soldi saranno tutti spesi in maniera più celere se le soluzioni progettuali ritenute più idonee verranno approntate alla svelta – ha aggiunto Delrio -. Quanto alla Strada Stradale 106 jonica, di cui conosciamo la pericolosità e la difficoltà, sono in corso dei lavori per diversi centinaia di milioni e altri sono già finanziati: 969 milioni sono in corso di finanziamento per il nuovo progetto; la revisione progettuale non comporterà in nessun modo e per nessun motivo la riduzione dei finanziamenti e anzi forse potrà consentire di risparmiare alcune risorse per poterle reinvestire nel completamento definitivo della Salerno-Reggio Calabria e della Statale jonica. La revisione progettuale fa parte di quella strategia di project review, cioè della valutazione di impatto dei soldi spesi e di come vengono spesi e di uno Stato più attento a iniziare e completare le opere con i costi e i tempi giusti”.
I lavori di ammodernamento, adeguamento e miglioramento della Salerno-Reggio Calabria, ha ricordato il ministro, hanno richiesto nel corso degli anni un impegno pari a 8 miliardi e 233 milioni di euro, di cui sette miliardi già spesi. Rimangono 58km da completare, di cui 16 già finanziati.
Sulla dichiarazione oggetto della question time, Delrio ha spiegato che che il “Presidente dell’Anas ha semplicemente detto che sulla Salerno – Reggio Calabria, come sulla SS 106 Jonica e su tutte le grandi arterie (Orte – Civitavecchia, Orte – Mestre, Cispadana), in qualsiasi latitudine e longitudine siano, l’approccio di Anas è quello non solo di fare le opere in maniera che diventino sicure, ammodernate, fruibili, ma anche di fare opere non faraoniche – che, come noto, hanno portato semplicemente ad una lievitazione dei costi e alla non realizzazione nei tempi e nei modi giusti degli interventi”.