Fusione Anas-Fs, Armani e Mazzoncini: fattibile entro l’anno
La fusione di Anas con le Fs è “ora fattibile entro l’anno”. A dirlo il presidente Gianni Vittorio Armani alla luce del via libera della Corte dei Conti al nuovo contratto di programma dell’Anas. “Ormai – ha spiegato durante la presentazione di una nuova campagna per la sicurezza stradale – stiamo definendo con il Mit le prescrizioni derivanti dalla decisione della Corte dei Conti. Questa, comunque, l’aveva già discusso e quindi è di facile integrazione. Questo ci porterà, nei prossimi giorni, alla firma del contratto di programma e si avvera così l’ultima condizione a nostro carico e ora la fusione è fattibile entro l’anno”. Sul fronte del contenzioso, “abbiamo fatto una valutazione e i fondi disponibili sono congrui”, ha sottolineato Armani che si dice ottimista sulla chiusura positiva dell’anno.
Sulle previsioni di chiusura dell’esercizio 2017, Armani ha infatti aggiunto che si sta puntando molto sul rilancio degli investimenti. “Per i bandi dovremmo assestarci sul livello dello scorso anno, 2,3 miliardi di valore, mentre per le aggiudicazioni si è avuta un’accelerazione molto forte e dovremmo superare di molto l’anno scorso. Speriamo che nel 2018 – ha aggiunto – ci sia l’effettivo rilancio degli investimenti e della macchina infrastrutturale”. Sul fronte della ‘smart road’ , Anas, ha riferito Armani, ha “un bando in corso per tre lotti, un bando molto innovativo”: le tre tratte interessate sono il Grande raccordo anulare, Roma-Fiumicino e Salerno-Reggio Calabria. “Ipotizziamo – ha concluso – di assegnarli all’inizio del 2018”.
“Stiamo lavorando per chiudere l’operazione prima di Natale”. Ha ribadito l’ad del gruppo Fs, Renato Mazzoncini. “Stiamo mettendo in fila gli ultimi passaggi e con il via libera della Corte dei Conti ci siamo. La norma è automatica. Ciò significa che dopo l’avveramento delle condizioni entro trenta giorni ci sarà il trasferimento di Anas sotto il cappello di Fs. Avremo – ha aggiunto Mazzoncini – un’integrazione dal punto di vista dell’ingegneria che è l’aspetto in termini di visione del futuro più interessante; avremo un’accelerazione di quello che chiamiamo ‘smart road’ in Italia rispetto ad altri Paesi, cerchiamo di mantenere il primato che abbiamo nelle infrastrutture ferroviarie e autostradali. Avremo sinergie tra le società che permetteranno di risparmiare i soldi dei contribuenti, in termini di manutenzione delle strade e sviluppo di quelle che mancano. Quindi un’integrazione di mobilità come la stiamo vivendo in tutto il nostro piano industriale, perché infrastrutture di mobilità significa sia gomma che ferro”