Gottardo: incrementare le infrastrutture per accogliere il nuovo traffico merci
La necessità più rilevante emersa dallo studio “Il ruolo delle attività terminalistiche del Nord Ovest nel nuovo Corridoio multimodale Italia-Svizzera: scenari e prospettive”, elaborato dal Centro di Economia Regionale, dei Trasporti e del Turismo (CERTeT) dell’Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano, è di potenziare le infrastrutture logistiche collocate nella zona convenzionalmente definita “Regione Logistica Milanese” al fine di gestire efficacemente il futuro incremento dei volumi di traffico merci che, grazie all’attivazione commerciale del nuovo Tunnel di Base del Gottardo, saranno trasferiti dalla strada alla rotaia.
La ricerca ha analizzato le dinamiche dei traffici intermodali ferroviari transalpini tra Italia e Svizzera, commissionata da Terminal Alptransit (TERALP) è promossa in partnership tra il Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane e il Gruppo Hupac. Lo studio e il documento di analisi che avvalorano il Memorandum of Understanding sottoscritto nel 2012 da FS Italiane, FS Logistica, CEMAT e HUPAC per la realizzazione dei nuovi terminal di Milano Smistamento, Brescia e Piacenza, sono stati consegnati a Doris Leuthard, Ministro dei Trasporti della Confederazione Svizzera e a Graziano Delrio, Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, a margine del convegno Corridoio Reno-Alpi – insieme per l’occupazione e la crescita: un mese prima dell’apertura commerciale della galleria del San Gottardo, tenutosi a Roma il 9 novembre scorso. I tre terminal, per il cui potenziamento e sviluppo è previsto un investimento economico di oltre 200 milioni di euro, avranno caratteristiche infrastrutturali adeguate ai parametri previsti per i Core Corridors europei, soprattutto in funzione del traffico merci: moduli dei binari lunghi 750 metri (per carico e scarico merci) e profilo della sagoma altezza 4 metri.
Ultimati tutti gli interventi di potenziamento infrastrutturale e tecnologico dei terminal, potranno essere gestiti volumi di traffico merci di circa 800mila unità di trasporto intermodali (UTI) all’anno, il cui spostamento dalla strada alla ferrovia avrà indubbie ricadute positive sull’ambiente e sulla collettività. Il rapporto CERTeT ha evidenziato che una politica di accompagnamento allo sviluppo delle attività terminalistiche nella “Regione Logistica Milanese” non avrebbe solo effetti rilevanti sulla sostenibilità ambientale, economica e sociale del sistema dei trasporti europeo, ma permetterebbe anche di evitare che una quota del valore economico dei servizi di trasporto venga delocalizzata off-shore, rispetto ai territori di origine e destino dei trasporti stessi.
Tutto questo rientra nel piano più ampio di “cura del ferro”, voluta dal ministro Graziano Delrio, che ha come obiettivo quello di trasferire entro il 2030 il 30% del traffico merci dalla gomma alla rotaia e il 50% entro il 2050. Lo studio è stato pubblicato ed è consultabile sui siti internet fsitaliane.it e hupac.com.
Gloria De Rugeriis