Infrastrutture di ricarica elettrica in Ue: l’Acea chiede una distribuzione più rapida e uniforme
L’Acea, l’associazione dei 16 principali costruttori automobilistici che operano in Europa, auspica un rapido aumento delle infrastrutture di ricarica, tassello fondamentale per “per decarbonizzare il trasporto su strada”. Lo ha sottolineato con una nota il direttore generale Eric-Mark Huitemai, commentando l’adozione da parte del membri Ue della proposta di Regolamento sulle infrastrutture per i carburanti alternativi (Afir).
Il documento fa parte del pacchetto sul clima Fit for 55 e fissa obiettivi obbligatori per i punti di ricarica e le stazioni di rifornimento di idrogeno.
Il Consiglio Europeo, spiegano dall’Acea, ha mantenuto gli obiettivi infrastrutturali della Commissione per i veicoli leggeri e pesanti. Ma i livelli di ambizione sono lungi dall’essere sufficienti per supportare una massiccia diffusione da parte del mercato di veicoli a emissioni zero. Inoltre, si sottolinea, “Acea si rammarica inoltre che il Consiglio abbia introdotto diverse flessibilità. Queste deroghe si basano su parametri quali i volumi di transito sulle strade e le analisi ‘costi-benefici socio-economici’“.
La distribuzione diseguale delle infrastrutture nell’UE
L’associazione ricorda che esiste già una distribuzione diseguale delle infrastrutture nell’UE, con circa il 70% di tutti i punti di ricarica centralizzati in quattro paesi dell’UE. E consentire agli Stati membri di applicare regole diverse sulla distribuzione delle infrastrutture, ha spiegato Huitema, aggraverebbe questa situazione irregolare poiché disincentiverebbe i consumatori dal passare a propulsori alternativi e ostacolerebbe i viaggi transfrontalieri.
Di qui l’invito agli Stati membri, al Parlamento europeo e alla Commissione a rafforzare le ambizioni del Regolamento “per garantire che sia in linea con gli obiettivi climatici dell’UE”.