Italia-Turchia: un ponte verso Asia e Africa, al via il primo incontro
Si è svolto ieri il primo dei tre eventi digitali: “Italia- Turchia: un ponte verso Asia ed Africa”, organizzato dal Centro Studi di Politica Internazionale (CeSPI) e dallo studio Grimaldi Alliance. Durante l’evento sono stati presentati i risultati di un’indagine sulla soddisfazione delle aziende italiane che operano in Turchia ed è stato introdotto il tema delle possibili collaborazioni nei paesi asiatici e africani. L’incontro è stato moderato da Valeria Giannotta, Coordinatrice Osservatorio Turchia del CeSPI, ed ha visto la presenza di importanti figure istituzionali e politiche, tra cui l’onorevole Piero Fassino, Presidente della Commissione Esteri della Camera dei Deputati.
L’ Osservatorio Turchia del CeSPI
Il CeSPI dedica da anni attenzione alla Turchia e nel 2019 ha realizzato un osservatorio (Osservatorio Turchia | CeSPI) che offre contributi, approfondimenti, analisi e riflessioni puntuali sull’andamento del paese. Daniele Frigeri, direttori CeSPI, ha introdotto l’evento, illustrando come l’indagine del 2021, riconfermi i dati positivi già registrati nell’analisi condotta dall’osservatorio nel 2019. Dai dati analizzati, emerge infatti un rapporto Italia- Turchia molto dinamico ed in costante dialogo. “Italia e Turchia sono più che semplici amici”, ha sottolineato Valeria Giannotta, ricordando le profonde radici storiche di questi due paesi che vantano interscambi commerciali importanti. Alex Buriani, direttore di ricerca dell’ Istituto Ixe’, ha evidenziato come la percezione di solidità del mercato turco e la campagna governativa a supporto delle aziende straniere che vogliono investire nel paese, siano solo alcuni dei fattori che aumentano la soddisfazione verso la Turchia. L’Italia, che è il secondo partner commerciale della Turchia nell’UE e tra i primi 50 a livello internazionale, sembra percepire come fattore positivo soprattutto i massicci interventi infrastrutturali del paese.
I fattori positivi di investimento in Turchia
Tra i fattori positivi di investimento emersi dall’indagine, spicca sicuramente la posizione geopolitica strategica della Turchia, che funge da porta d’accesso ad altri mercati, come appunto quello asiatico ed africano. Dai dati analizzati emerge anche come 8 imprese su 10 siano convinte che la crisi pandemica abbia messo la Turchia in una posizione strategica nelle catene di approvvigionamento. Anche i sistemi fiscale, giuridico e giudiziario sono percepiti come adeguati e favorevoli, così come la stabilità monetaria del paese. L’indagine conclude che l’ 86% delle aziende italiane che operano nel mercato turco confermano la loro scelta di investimento nel paese e consiglierebbero ad altre aziende di investire in Turchia.
La partnership verso i paesi terzi
L’intervento dell’on. Piero Fassino ha messo in luce come la volontà di realizzare partnership italo-turche verso paesi terzi, rappresenti non solo un’operazione strategica, ma anche una scelta con un contenuto politico molto forte. L’onorevole si è anche soffermato sull’importanza del tema dei diritti umani e delle libertà civili in questo delicato rapporto tra i paesi. Sulla possibile partnership tra Italia e Turchia verso paesi terzi si è espresso anche Livio Manzini, Presidente della Camera di Commercio Italiana ad Istanbul, il quale afferma: “L’intenzione dell’Italia e della Turchia di andare insieme in paesi terzi quali Asia ed Africa comporta un interscambio di know-how e di manodopera giovane e specializzata, mirato principalmente su cantieri di opere pubbliche”. Manzini ricorda il quinto posto dell’ Italia per quanto riguarda l’export in Turchia e sottolinea come la struttura demografica della Turchia, composta da un paese giovane che porta imprenditorialità e voglia di fare, insieme alla sofisticazione e alla diversificazione del mercato turco, facciano sperare per il futuro delle relazioni Italia- Turchia. “C’è inflazione, ma la popolazione, soprattutto urbana, continua a crescere. Le aziende turche hanno la resilienza nel loro DNA. E’ la flessibilità che crea la resilienza”- conclude Manzini.
L’Export, locomotiva della Turchia
L’ambasciatore della Repubblica di Turchia in Italia, Omer Gucuk, ha confermato che sono 1500 le aziende italiane che operano in Turchia e ha sottolineato il ruolo dell’export, come vera locomotiva dell’economia del 2021 nel paese. L’ambasciatore ha concluso il suo intervento mostrandosi fiducioso che i vantaggi provenienti dalle sinergie passate , continueranno ad aiutare i rapporti tra Italia e Turchia.
Verso una transizione ecologica
Giorgio Marrapodi, Ambasciatore d’Italia in Turchia, ha sottolineato che il livello di soddisfazione emerso dai dati del sondaggio del 2021 assume un valore maggiore se si considera che gli ultimi due anni hanno rappresentato una crisi non solo economica ma anche sociale in tutto il mondo. L’ambasciatore ha parlato anche dell’importanza della transizione ecologica, che passa attraverso gli interscambi integrati ed equilibrati tra Italia e Turchia. Anche Furkan Karayaka, Vice presidente Ufficio degli Investimenti Repubblica di Turchia, ha parlato della Turchia come uno dei global players dell’ecosistema. Karayaka ha ricordato il ruolo delle start up in rapida crescita nel paese, soprattutto quelle tecnologiche, e della rapida ripresa della Turchia dalla pandemia, grazie alla resilienza del paese.
La pandemia non ha dunque penalizzato la crescita di lungo periodo della Turchia, che ha riconfermato la sua capacità di accogliere investimenti . Nel 2022 le condizioni per investire nel paese continueranno a mostrarsi favorevoli grazie anche alle previsioni di un rallentamento progressivo dell’inflazione e alla stabilizzazione del cambio. Ulteriori dati sull’indagine delle imprese italiane che operano in Turchia verranno forniti negli incontri successivi. La prossima round table è prevista il 10 Marzo 2022.