Manutenzione ponti e viadotti: 1,150 miliardi per Province e Città metropolitane
Ulteriori 1,150 miliardi per il triennio 2021-23 sono stati messi a disposizione di Province e Città metropolitane per la manutenzione straordinaria di ponti e viadotti nella rete stradale di loro competenza.
Il decreto si inserisce in un programma più ampio di interventi per la manutenzione straordinaria della rete viaria secondaria nel triennio 2021-23. Nel complesso Province e Città metropolitane hanno infatti a disposizione finanziamenti di oltre 2,5 miliardi per il solo triennio 2021 – 2023, poiché con precedenti provvedimenti sono già stati assegnati circa 1,4 miliardi.
Il ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili ha acquisito l’intesa della Conferenza Stato-Città e Autonomie locali sul decreto ministeriale, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, che ripartisce la cifra prevista inizialmente nel decreto-legge ‘misure urgenti per il sostegno e il rilancio dell’economia’ del 14 agosto 2020 (cosiddetto ‘Decreto agosto’) e rafforzata nella Legge di bilancio per il 2021.
Obiettivo aumentare il grado di sicurezza e di fruibilità di ponti e viadotti
La dotazione di 1,150 miliardi per il triennio 2021-23 dovrà essere impiegata per aumentare il grado di sicurezza e di fruibilità di ponti e viadotti sulla rete stradale gestita da Province e Città metropolitane, che rappresenta oltre l’80% della viabilità extra urbana del Paese, ha spiegato il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, Enrico Giovannini.
Tra gli interventi ammessi, il monitoraggio anche tecnologico degli elementi strutturali, l’adeguamento delle barriere di sicurezza, il rafforzamento dei piloni e altre misure antisismiche o di protezione dal rischio idrogeologico. Nella manutenzione straordinaria rientrano anche le opere di demolizione e ricostruzione.
Le assegnazioni per area geografica
Le risorse sono state ripartite tra le varie Province e Città metropolitane secondo criteri oggettivi, predisposti dalle strutture tecniche del Ministero e condivisi con Anci (Associazione nazionale dei Comuni italiani) e UPI (Unione delle Province d’Italia), che tengono conto delle caratteristiche fisiche e geomorfologiche della rete stradale, nonché delle azioni (antropiche, sismiche, idrogeologiche) alle quali sono sottoposte le strutture.
Con l’approvazione del decreto (che deve ora essere registrato dalla Corte dei Conti prima della pubblicazione nella Gazzetta ufficiale) gli enti locali, venendo a conoscenza degli importi assegnati, potranno predisporre fin da ora i piani operativi di intervento all’interno dei loro bilanci.
Considerando le assegnazioni per area geografica, il decreto ripartisce circa 440 milioni a Province e Città metropolitane nel Nord Italia, 264 milioni agli enti del Centro e circa 446 milioni agli enti del Sud Italia. Risorse che, rispetto a quelle indirizzate alle grandi opere, possono produrre un più veloce ritorno in termini economici e occupazionali sui territori.
Le strutture tecniche del ministero monitoreranno le attività dei soggetti attuatori per verificare il regolare sviluppo dei piani di intervento.