Traffico Liguria, Uggè: il turismo, la logistica e i trasporti sono bloccati. Serve un intervento urgente
Il vicepresidente di Confcommercio e Conftrasporto Paolo Uggè è tornato sulla questione viabilità Liguria, dopo l’intervento di ieri dell’associazione per chiedere una rapida soluzione della vicenda.
“È così difficile emanare una disposizione che sblocchi la situazione? – chiede Uggè – Non solo la linea con la Francia è per le merci pesantemente rallentata, ma esiste anche l’impatto sull’attività portuale e l’intera stagione turistica. Una situazione che rischia di essere devastante”.
“I media diffondono notizie sulle difficoltà esistenti e le conseguenze sono facilmente intuibili. Il turismo, la logistica e i trasporti sono bloccati – prosegue Uggè – Se poi anche la linea ferroviaria sarà oggetto dei lavori annunciati, come programmato, e non saranno rinviati e spostati nel tempo, il disastro sarebbe completo. Non è accettabile una gestione non coordinata e improvvisata. Questo è puro autolesionismo oppure siamo di fronte a un’azione preordinata tesa a bloccare la Liguria”.
“Le imprese di autotrasporto stanno, se nulla muterà rapidamente, pensando di bloccare i propri automezzi e questo si aggiungerebbe allo sciopero già proclamato a tutela dei lavoratori dalle federazioni sindacali. La sicurezza nelle operazioni di trasporto può essere messa a rischio e vi è addirittura qualcuno che sta pensando di ricorrere a una class action nei confronti del ministero, responsabile primo di quanto sta accadendo”, ricorda Uggè.
Conftrasporto, quindi sollecita una risposta immediata.
Conftrasporto, come preannunciato nel comunicato di Confcommercio, è disponibile, insieme ad Unatras, ad impegnarsi “per ricercare soluzioni atte a rimuovere le ragioni che stanno portando un economia alla paralisi. Questo richiede però un intervento concreto non più rinviabile del governo. L’intera economia del nord Italia che coinvolge almeno per il 50% la Liguria deve tornare operativa. Il quadro che emerge è desolante. Non è possibile che si cambino le disposizioni, come sostiene l’Aspi, e si assegnino tempi impossibili da rispettare. Se non fosse così andrebbe dimostrato, non a parole. In ogni caso il governo ha il dovere di risolvere questa vicenda con un atto d’urgenza. Il quadro che ne esce non favorisce certo gli italiani che stanno già subendo le conseguenze della pandemia in modo più pesante, rispetto ad altri Paesi europei”.