Uggè (Conftrasporto): Green Deal autolesionistico, nostre preoccupazioni condivise anche da Cingolani e Giorgetti
Il piano europeo sul green deal recentemente adottato dalla Commissione Ue, continua ad animare il dibattito nel mondo dell’autotrasporto.
La decisione del Consiglio europeo, che tra le altre misure fissa al -55% l’obiettivo di emissioni inquinanti entro il 2030, non convince Conftrasporto, che lo definisce “Un disegno autolesionistico”.
Perplessità sul tema, spiegano dall’associazione, sono state avanzate anche dal ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, il quale ha sottolineato nel corso di un intervento pubblico che anche le produzioni di nicchia, come Ferrari, Lamborghini, Maserati, McLaren, ovvero le supersportive, dovranno adeguarsi al 2030 al full electric.
“Questo vuol dire che, a tecnologia costante, ad assetto costante, la Motor Valley la chiudiamo – ha detto Cingolani -. Se oggi pensassimo – ha aggiunto – di avere una penetrazione del 50% di auto elettriche d’emblée, non avremmo nemmeno le materie prime per farle, non avremmo la grid per gestirla. Su un ciclo produttivo di 14 anni, pensare che le nicchie automobilistiche e supersport si riadattino è impensabile”.
Conftrasporto chiede una posizione del Governo sul Pacchetto europeo
“Il presidente di Conftrasporto-Confcommercio Paolo Uggè oggi constata che i suoi timori – già rilanciati dai parlamentari della Lega a Bruxelles – sono condivisi da due ministri del nostro Governo: Roberto Cingolani, titolare della Transizione Ecologica, e Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo Economico”, scrive l’associazione.
Giorgetti ha sottolineato come il green deal così com’è stato presentato, “fra tempi strettissimi e obiettivi fantasmagorici”, mette a rischio l’occupazione e le imprese. “L’Europa ha voluto accelerare sul green, ma attenzione a non finire fuori strada”, ha dichiarato in un’intervista a Libero
“Non posso che concordare con entrambi, invitando il Governo ad assumere una posizione sul pacchetto europeo, nel nome dell’ambiente e dell’economia italiana – ha affermato Uggè – La sostenibilità è anche salvaguardia dei posti di lavoro e possibilità per le imprese di continuare a operare, sicuramente proseguendo nel percorso green, ma con equilibrio e gradualità, senso della realtà, e senza isterismi”.
“L’esempio di Cingolani sulla Ferrari condannata a chiudere alla luce del piano ‘eco-strong’ europeo è suggestivo – ammette Uggè – dobbiamo pensare che, come la nota casa del cavallino rampante, sono molte le imprese che ‘quel’ piano metterebbe in croce proprio adesso che si apprestano a ripartire”.
“I Paesi principali produttori industriali che utilizzano fonti che in Europa sono considerate altamente inquinanti e competono con la nostra economia (mi riferisco in modo particolare agli USA, Cina e India), come mai possono continuare a produrre nel modo che ritengono più utile alla loro economia? Forse l’inquinamento è così ‘smart’ da rispettare i confini nei quali è prodotto?”, si chiede Uggè.
“La nostra Confederazione è per il rinnovo delle flotte e del parco circolante, ma bisogna anche avere il senso della realtà: questa non sono operazioni banali, né a costo zero”, conclude il presidente di Conftrasporto.