Sciopero nazionale taxi il 10 ottobre. Auto bianche contro il Decreto Asset
Per i sindacati si apre la porta alla concorrenza delle multinazionali. Per i sindaci mancati introiti
È scontro aperto sulle nuove licenze per i taxi introdotte dal Decreto Asset. I tassisti, infatti, hanno indetto uno sciopero di 24 ore per martedì 10 ottobre.
Per chi ne volesse sapere di più il nostro precedente articolo : Il Dl Asset è legge: via libera all’aumento delle licenze taxi
Secondo Usb, una delle sigle sindacali che insieme a Orsa e Fast Cofsal, hanno proclamato lo sciopero nazionale per il 10 ottobre, è “inopportuna la possibilità di rilasciare fino al 20% di nuove licenze, abrogando ogni norma che prevede una programmazione territoriale”.
Per i sindacati di settore l’aumento delle licenze, così come formulato, darebbe il via libera all’ingresso delle multinazionali innescando una pericolosa concorrenza a cui i tassisti italiani non potrebbero far fronte. “Con lo sciopero del 10 ottobre prossimo – spiega infatti Rosario Gallucci, segretario nazionale di Orsa Taxi – vogliamo far capire come il Decreto Asset sia una legge piena di insidie e pericoli, perché sì si parla di un aumento del 20% delle licenze, ma bisogna fare attenzione perché al bando delle nuove licenze possono partecipare società e privati, e questo per noi rischia di avvantaggiare le multinazionali. Siamo un settore complementare e integrativo al trasporto pubblico locale. Siamo oggetto di uno scontro politico, di uno scaricabarile continuo tra governo ed enti locali”.
Ma anche molti sindaci sono quantomeno “perplessi” circa le nuova norme.
Con la vecchia norma i comuni incassavano infatti il 20% sul rilascio delle licenze, soldi che con la nuova procedura saranno ceduti per intero ai tassisti per “risarcirli” dell’aumento di concorrenza.
Roberto Gualtieri, Sindaco di Roma, spiega: “Se per fare le licenze più in fretta mi tolgono i soldi, è chiaro che dovrò scegliere tra la procedura ordinaria o perdere risorse preziose. Non navighiamo nell’oro: le polemiche non hanno senso, ci sono i fatti. Anzi, se vogliono rimediare, facessero un decreto di una riga che ripristina il 20% ai Comuni e gli faremo l’applauso”.
Contrario anche il primo cittadino di Firenze, Dario Nardella: “Il Decreto non porta nessun significativo cambiamento, anzi ci danneggia perché elimina uno degli strumenti che a Firenze abbiamo efficacemente sperimentato come le licenze temporanee, che sono state utilizzate con successo nei periodi di picco di domanda. Si tratta di 60 licenze temporanee gestite dalle cooperative di taxi che non potremo più attivare. Inoltre il decreto non apporta nessuna semplificazione sostanziale se non quella di eliminare un solo passaggio burocratico su una procedura che può durare più di un anno per avere nuove licenze”.
Ma il Ministro Adolfo Urso, che ha dichiarato di essersi più volte confrontato con i sindaci delle maggiori città italiane e con l’Anci prima di proporre al voto il Decreto, ritiene che i concorsi straordinari per ottenere le licenze, affiancandosi a quelli ordinari sono “una svolta che renderà possibile, in tempi rapidissimi, la concessione di nuove licenze”.