Sostenibilità: cresce la rete dei carburanti alternativi gpl e metano, ma è in arrivo anche l’elettrico
Più di 4mila impianti per il metano, con un parco circolante di circa 10 milioni di veicoli entro il 2040. Per quanto riguarda il Gnl (gas naturale liquefatto), nel 2030 la rete di distribuzione conterà 800 stazioni, con una domanda annua di 2,5 milioni di tonnellate, sufficiente per alimentare un a flotta di 30mila mezzi pesanti.
Il Quadro Strategico Nazionale sull’energia delinea lo sviluppo della mobilità sostenibile in Italia. Un futuro che vede sempre più protagonisti i combustibili alternativi come Gpl, Gnl e Gnc, idrogeno e biocarburanti e le relative strutture di distribuzione, mentre il Paese in Europa sconta ancora un ritardo sul fronte delle auto elettriche, con appena 10mila unità immatricolate al 2016.
A fare il punto della situazione è Oil&nonoil, la manifestazione professionale organizzata da Veronafiere dedicata al settore dei carburanti e dei servizi per la mobilità, in corso al Palazzo dei Congressi di Roma.
Si parte dalla crescita costante del Gpl, certificata dall’Osservaprezzi carburanti del ministero dello Sviluppo economico che censisce 20mila impianti. Ma per promuovere ulteriormente la filiera del gas servono nuove infrastrutture. Per questo Snam, in collaborazione con Fca e Iveco, investirà circa 150 milioni di euro nei prossimi cinque anni per costruire nuovi punti di rifornimento per Gnc, Gnl e biometano. Nel dicembre scorso, poi, è stata siglata con il Gruppo Api/IP una lettera d’intenti per realizzare fino a 150 nuove stazioni per il metano, mentre a maggio è stato raggiunto un accordo quadro anche con Eni.
Per Francesco Franchi, presidente di Assogasliquidi “un grande contributo a una mobilità sostenibile può provenire da Gpl e Gnl, che possono rappresentare un aiuto alla diversificazione dell’approvvigionamento energetico e, grazie alle loro proprietà ecologiche, contribuire a ridurre l’inquinamento atmosferico e al tempo stesso fornire un grande sostegno al Paese nel raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione”.
Quanto alla mobilità elettrica, nel corso dei seminari e convegni di Oil&nonoil è emerso che la sua incidenza a livello mondiale è ancora molto contenuta (0,24% del parco auto), ma vi sono ampie prospettive di sviluppo: entro il 2040 i veicoli elettrici ammonteranno a più del 50% delle nuove vendite. L’Italia qui si trova a dover colmare il divario rispetto a nazioni come la Norvegia che, detiene il record di auto elettriche con una quota del 5,11% sul parco circolante.
La transizione italiana verso la e-mobility richiede però un quadro normativo e incentivante integrato, in grado di sostenerne la diffusione, insieme alle infrastrutture di ricarica necessarie. Su quest’ultimo punto Enel con Verbund è capofila del Progetto Eva+ (Electric Vehicle Arteries in Italy and Austria) che, in partnership con Renault, BMW, Volkswagen Group Italia e Nissan, prevede l’installazione di 200 colonnine di ricarica rapida in Italia e in Austria, di cui 30 sono già realizzate sull’asse Roma Milano. E anche il comune di Roma ha lanciato un progetto per 700 nuove colonnine per auto elettriche e una rete di distribuzione fast recharge articolata lungo la viabilità principale della capitale.