Appello Ecsa-Etf all’UE: marittimi bloccati, serve un’azione coordinata per riportarli a casa
L’ECSA (European Community Shipowners’ Associations) e l’ETF (European Transport Workers’ Federation) hanno lanciato un appello all’UE per risolvere l’attuale crisi del cambio degli equipaggi.
A causa delle restrizioni di viaggio imposte dal Covid-19, i marittimi di tutto il mondo stanno affrontando da mesi difficoltà a essere sostituiti da altri membri dell’equipaggio e ad essere rimpatriati. In particolare per l’Europa, la capacità molto limitata di rilasciare visti per entrare nello spazio Schengen complica ulteriormente una situazione già estremamente complessa e potrebbe diventare un nodo critico quando le restrizioni di viaggio saranno abolite in tutti i Paesi.
“In alcuni casi, i marittimi sono ormai confinati sulle navi da mesi oltre il loro tempo contrattuale in mare – ha detto Estelle Brentnall, responsabile marittima dell’ETF -. In questo momento vi sono centinaia di migliaia di marittimi per i quali si sarebbero dovuti effetuare i necessari cambi di equipaggio, il che significa che centinaia di migliaia di vite sono direttamente colpite dall’inazione e dalla mancanza di coordinamento degli Stati in tutto il mondo. Centinaia di migliaia di lavoratori marittimi che non sono in grado di trascorrere del tempo con i loro cari e altri che non possono lavorare”.
Le restrizioni di viaggio hanno limitato la circolazione dei marittimi anche in altri modi. Oltre a non poter tornare a casa al termine del contratto, spesso viene loro negata la franchigia a terra o in alcuni casi hanno difficoltà a ottenere cure mediche.
“I lavoratori marittimi sono 2 milioni e da loro dipende il commercio globale, in quanto le navi trasportano più dell’80% del commercio globale. Hanno adempiuto al loro contratto. Ora, i Governi devono garantire che siano, a loro volta, rispettati i loro diritti”, ha commentato Martin Dorsman, Segretario Generale della ECSA.
“I lavoratori marittimi meritano il nostro sentito ringraziamento- afferma Mario Mattioli, presidente di Confitarma – ma ringraziarli non basta. Meritano – come Confitarma sta chiedendo ormai da mesi – un’azione umanitaria rapida e decisa da parte dei Governi di tutto il mondo per garantire loro corridoi di transito sicuro per farli arrivare a bordo per lavorare e per farli tornare a casa una volta terminato il normale periodo di imbarco”.
Nella Giornata del Marittimo, Confitarma chiede alle istituzioni dell’UE e agli Stati membri di adottare immediatamente misure coordinate per consentire ai marittimi di tornare a casa, fruire delle cure mediche, in caso di necessità e godere di brevi periodi di franchigia a terra.